Comuni, parte l’Associazione “Rete comune. Sindaci al centro”

Si riparte dai comuni. Cioè si riparte dalle autonomie locali. Rete Bianca ha deciso di dar vita ad una Associazione nazionale dei Sindaci e degli amministratori locali. Si chiama “Rete comune. Sindaci al centro” e ha 3 obiettivi di fondo.
Innanzitutto e’ uno strumento politico che punta a coinvolgere una rete di sindaci, assessori e di consiglieri comunali che restano il nerbo centrale della democrazia italiana. Perché se è vero, com’è vero, che il comune resta “la palestra democratica” per eccellenza come ci ricordava già Luigi Struzo nel celebre intervento del 1905, e’ pur vero che solo partendo dal basso, cioè dai comuni, e’ possibile anche rilanciare la democrazia partecipativa, la democrazia solidale e la democrazia istituzionale. E “Rete comune. Sindaci al centro” ha come priorità anche la ripartenza dalla centralità delle autonomie locali. Che erano e restano il passaggio passaggio decisivo per ridare qualità alla democrazia e senso alle stesse istituzioni democratiche.
In secondo luogo l’Associazione punta ad essere protagonista in vista dell’ormai prossimo congresso nazionale dell’Anci. Una associazione, l’Anci, importante per il mondo delle autonomie locali purché non si riduca ad essere un luogo burocratico e larvatamente protocollare. Come, purtroppo, e’ capitato negli ultimi tempi. E la nostra Associazione punta ad essere un momento di confronto e di aggregazione del vasto mondo popolare, cattolico democratico e cattolico popolare – con altre esperienze ideali e culturali – che e’ fortemente presente nelle amministrazioni locali italiane. Soprattutto nei piccoli e nei medi comuni dove il dibattito e’ meno politicizzato ma più radicato sui bisogni e sulle istanze che provengono dai cittadini.
Infine con questa iniziativa si recupera uno dei capisaldi del popolarismo sturziano e uno degli elementi centrali della lunga e feconda esperienza democratico Cristiana e cattolico popolare. Del resto, e’ perfettamente inutile celebrare Sturzo, il centenario dei “liberi e forti”, il popolarismo di ispirazione cristiana e poi sostanzialmente snobbare il mondo – articolato e composito – delle autonomie locali. Senza ripartire dal basso qualsiasi altra ipotesi e’ destinata a restare nel campo delle enunciazioni e della politica politicante.
La scommessa di “Rete comune. Sindaci al centro” e’ ambiziosa ma del tutto realistica e soprattutto coerente. Non ci resta che lavorare per consolidarla. Ad oggi contiamo già un centinaio di sindaci e moltissimi assessori e consiglieri comunali. La strada e’ gusta. Tocca a noi radicarla e tracciarla in vista dei prossimi appuntamenti politici.
Giorgio Merlo