La metropolitana che ricicla la plastica

L’articolo è uscito nell’edizione odierna de L’Osservatore Romano

di Piero Di Domenicoantonio

La metropolitana a Roma è sempre stata un argomento spinoso. Se ne cominciò a parlare già alla fine dell’800 e a oggi non si sa ancora come andrà a finire. D’altra parte una città che si fregia del titolo “eterna” un prezzo lo deve pure pagare. E magari fosse solo quello degli interminabili cantieri della metro.

Eppure, può succedere che nel giro di una notte — neanche ventiquattr’ore, solo una notte! — la città si sia ritrovata con una linea nuova di zecca, talmente nuova da non aver neppure lontanamente attraversato l’immaginazione, sempre prolifica di promesse, di qualche amministratore di turno o di chi ha già cominciato l’allenamento per scalare lo scranno più alto del Campidoglio. Undici stazioni: dal Trullo fino alla Tomba di Nerone, passando per il Gianicolo, la Bocca della verità, Campo de’ Fiori e pure il Foro italico.

Qualche cittadino, afflitto da insonnia per la calura di stagione, ha potuto seguire i lavori del fulmineo cantiere e avrà pensato che quello fosse il solito sogno d’una notte di mezza estate.

E invece no. O quasi. Perché di sogno si tratta, ma di quello visionario e provocatorio di un artista “di strada” che non si rassegna al degrado e al disimpegno. All’inizio della settimana, proprio quando cominciava l’interruzione per manutenzione della tratta Termini-Anagnina, Mauro Pallotta, ovvero Maupal come è solito firmare le sue opere, ha attraversato la città col suo furgone scortato da una coppia di amici in motorino, fermandosi di tanto in tanto, dal centro alla periferia, per sistemare le insegne delle stazioni della sua “MetrArt, una metro fatta ad arte”. Diventato celebre in tutto il mondo per il murale che una mattina del 2014 è apparso a Borgo Pio e nel quale, con i suoi inchiostri, ha saputo rappresentare come la gente “vede” Papa Francesco, Pallotta ha voluto questa volta richiamare l’attenzione su un tema non meno spinoso di quello della metro: il riciclo dei rifiuti urbani. Con la collaborazione dell’artista 3K ha assemblato tappi, flaconi, bottiglie, scolapasta e insalatiere — messi a disposizione dal consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica (Corepla) — realizzando delle sculture che ammiccano al genius loci e, allo stesso tempo, sollecitano la riflessione e il senso di responsabilità.

Ogni insegna è un’opera d’arte che traccia un percorso «fuori dagli ingorghi e dagli schemi» e apre «nuovi orizzonti di consapevolezza». Così la sacca per le trasfusioni della stazione San Camillo ricorda che «riciclare fa bene… e salva la vita!» e il cannoncino alla fermata del Gianicolo, «che rimette in orario i campanili della città», spiega che «siamo ancora in tempo, ricicliamo».

Allora, avanti, c’è posto, anzi, c’è bisogno di tutti sulle carrozze della MetrArt. È necessario però munirsi dell’apposito titolo di viaggio. Come quello dell’azienda comunale dei trasporti, anche il biglietto creato da Maupal si chiama «Bit», ma si legge «Basta Impegnarsi Tutti»: è quello che serve perché un sogno, anche se in una notte di mezza estate, possa diventare qualcosa di più.