Ci vuole un «booster» di consapevolezza. Dai Campi  Interregionali Per Studenti (CIPS) un progetto targato Azione cattolica.

 

Dal Movimento Studenti di Azione Cattolica le proposte per non disperdere la lezione della pandemia e per una scuola che sia capace di progettare futuro, luogo di Ascolto, Benessere e Comunità.

 

Lorenzo Pellegrino

Ci sono anche io! In maniera forte e decisa ma lontana dalla presunzione, come studenti e studentesse di Azione Cattolica abbiamo scommesso sull’ascolto che scatena il cambiamento. Si tratta di un processo che non fa rumore, ma spalanca possibilità; una sorta di effetto farfalla al contrario, nel quale il silenzio e l’attenzione giocano un ruolo più determinante dei cori nelle piazze.

Si sono appena conclusi i CIPS (Campi Interregionali Per Studenti), durante i quali il ritornello “Ci sono anche io!” ha sintetizzato la straordinaria necessità di tutti gli studenti e le studentesse di sentirsi ascoltati, tra i banchi di scuola come negli spazi di partecipazione e ancora nelle città.

In tre giorni di confronto e riflessione a Vibo Valentia, Lecce, Salerno, Pesaro, Bergamo e Torino abbiamo coinvolto le istituzioni territoriali in un dialogo sincero e costruttivo e pur avendo “domande (…) quante ne vuoi”, abbiamo offerto anche risposte condivise, o meglio, proposte nate dalla progettazione condivisa, nello stile della scrittura collettiva della scuola di Barbiana. Infatti, se i problemi sono collettivi, è necessario “sortirne insieme” per scongiurare l’avarizia che ha caratterizzato il “libera tutti” che chiude l’emergenza in un cassetto senza cambiare (quasi) nulla.

Negli studenti, invece, il desiderio di cambiare c’era già prima del Covid e non si è arrestato; al contrario, si sta raggiungendo la “consapevolezza di gregge” che l’unico antidoto per la scuola italiana sia proprio l’ascolto, quello vero; non basta una dose, serve un booster di attenzione.

Pertanto, se la prima pagina del nostro Zanichelli porta la voce Ascolto, basta voltare pagina per trovare la B di Benessere. A scuola vogliamo stare bene, a scuola vogliamo sentirci accolti, inclusi e vogliamo dare parola al nostro essere. Il modo in cui abitiamo la scuola è il miglior contrasto all’abbandono scolastico, l’ascolto è il miglior antidoto alle disuguaglianze e lo studio la migliore ricetta per l’inclusione. A scuola abbiamo bisogno di un ascolto competente, di un supporto professionale; in questo senso l’introduzione dello psicologo nelle scuole è un passo avanti, ma ancora bisogna camminare in questa direzione prevedendo la possibilità di un orientamento consapevole, che sia al mondo del lavoro o al percorso universitario. A noi studenti serve quindi – in termini di Percorsi per le Competenze Trasversali –  un progetto reale e condiviso a livello nazionale che abbia una competente applicazione pratica da parte delle scuole sul territorio. Non ci interessano documentazioni redatte velocemente e sbrigate come semplici pratiche amministrative, ma abbiamo bisogno di progetti reali che diano futuro allo studente sin dal presente, nel continuo dialogo con il docente e il tutor esterno.

Alla terza pagina del dizionario che stiamo costruendo non può non comparire la voce Comunità, perché se una rivoluzione deve partire, può farlo solo dai territori, dai patti educativi che come scuole, associazioni e enti locali possiamo stringere in maniera da rendere le nostre città accoglienti e palestre di responsabilità. In questo senso l’ora di Educazione alla Cittadinanza non può essere esclusivamente una lezione di diritto, in quanto il bene comune non si insegna, la passione per il territorio non può stare su una lavagna (nemmeno su quella digitale). L’insegnamento dell’educazione civica diventi allora l’occasione che le scuole non devono perdere per contribuire realmente alla crescita di cittadini consapevoli, interessati alle loro comunità e partecipi delle loro città. In poche parole, sarebbe bello creare piccoli laboratori di Costituzione applicata, perché la democrazia riprenda posto tra i nostri banchi e la responsabilità entri nel vocabolario di una scuola attenta, aperta e lungimirante.

I sogni per la scuola del futuro non possono contenersi in poche righe; invece i progetti per il presente di una scuola che può ripartire hanno trovato spazio tra le parole delle centinaia di studenti coinvolti. Per una scuola migliore non servono nemmeno tutte le lettere, basta l’ABC.

 

 

Lorenzo Pellegrino è Segretario nazionale del Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC). Questo articolo, ripreso dal sito dell’Azione Cattolica, è stato pubblicato in origine su “Avvenire” del 12 aprile 2022.