A margine delle ultime perfomance dei presunti eredi della DC

Ieri sera a porta a porta ho assistito allo spettacolo di una politica superata e superficiale, esposta con linguaggio monotono e ripetitivo, privo di contenuti

I resti di quello che fu uno dei maggiori partiti del panorama politico italiano, si prostrano supinamente al fallimento di Berlusconi, o si uniscono al crollo di Renzi. Nessuna capacità critica di capire che è giunto il tempo delle rondini, come affermava Giorgio La Pira riferendosi alle giovani generazioni. E, anche se una o poche rondini non fanno primavera, l’itinerario è già tracciato, è visibile, anche se non completamente redatto. I preliminari si apprezzano nei vari incontri del mondo cattolico che hanno scandito oltre trent’anni di decadenza, di degrado e di separazione netta e chiara fra i “cattolici della morale e cattolici del sociale”. Spetta a noi farci valere, noi minoranza da organizzare, minoranza che si appresta a combattere per i valori della nostra gente, il lavoro, la famiglia, la libera piccola e media impresa, l’istruzione, i servizi sanitari, con azioni concrete e decisive anche in campo europeo.

Ieri sera a porta a porta ho assistito allo spettacolo di una politica superata e superficiale, esposta con linguaggio monotono e ripetitivo, privo di contenuti, da Antonio Tajani( quello che i tg mostrano ogni giorno sullo schermo), che ha annunciato il patto federativo con il partito SVP tirolese e l’udc di Cesa per le prossime elezioni amministrative e europee. Leggo anche da una notizuola che apprendo a margine di un unico TG, che Rotondi, presente Cesa, è promotore di una federazione DC tra movimenti ed associazioni tra cui l’associazione DC “fu Fontana ora Grassi”, non citata dal giornalista, che sosterrà Berlusconi alle Europee.
“I resti” di quello che fu uno dei maggiori partiti del panorama politico italiano, si prostrano supinamente al miglior offerente e al maggior azionista della destra, che cerca accordi anche con le sinistre, che, per loro tradizione, sono divise e “ beceranti” fin dalla loro origine. Un quadro che si ripete fino dal 1992, residuo della caduta del muro, emblema del fallimento comunista. Prevale anche nelle destre la nostalgia della dittatura che con Grillo diviene “sobria”, come egli ebbe a dichiarare qualche anno fa. E il piatto populista è così servito al popolo italiano, anche in campo europeo.