Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane hanno effettuato 258 sequestri di merce contraffatta nella provincia di Salerno e confiscato 89.152 articoli falsi. Complessivamente, nell’ultimo decennio sono stati effettuati 1.984 sequestri, che hanno portato al rinvenimento di oltre un milione di pezzi falsi. La domanda di fake si concentra su prodotti tradizionali e low cost: giocattoli (31.247 articoli sequestrati nel 2018), accessori (6.165), abbigliamento, calzature, articoli di cartoleria e per la scuola. E’ quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata per il Ministero dello Sviluppo economico.

Il mercato del falso vale a livello nazionale 7,2 miliardi di euro e sottrae più di 100.000 posti di lavoro all’economia legale. L’emersione della contraffazione comporterebbe anche un aumento del gettito fiscale, tra imposte dirette (su impresa e lavoro) e indirette (Iva), pari a quasi 1,8 miliardi di euro. La vendita al dettaglio dei prodotti contraffatti è la manifestazione più evidente del fenomeno nel salernitano. Si concentra nei mercati ambulanti rionali, nelle vie dello shopping, nei lungomare e nei luoghi di maggiore frequentazione turistica. I protagonisti della vendita sono principalmente i cittadini africani, soprattutto senegalesi e marocchini, e i bangladesi. Stretto è il legame con la vicina provincia di Napoli, da dove viene acquistata la maggior parte della merce falsa.

A Salerno si registra la presenza isolata di attività di produzione, come testimoniano le operazioni che hanno portato alla scoperta di opifici attivi nella riproduzione di articoli e gadget sportivi. Anche l’attività di stoccaggio è per lo più limitata a piccoli magazzini, dove può avvenire anche l’assemblaggio finale della merce, spesso situati presso le stesse abitazioni dei venditori.

Accanto al mercato del falso si è sviluppato un significativo mercato di prodotti non sicuri, in prevalenza di provenienza cinese. Nel 2018 ne sono stati rinvenuti più di 1,2 milioni, soprattutto giocattoli (687.000 pezzi). La presenza di numerosi prodotti tipici di qualità e certificati rende l’agroalimentare un settore a rischio di imitazione e falsificazione. Il rischio più grande viene dall’estero, dove emerge l’elevata esposizione all’Italian sounding per prodotti come i pomodori San Marzano o il limoncello della Costa d’Amalfi, con ricadute negative sulla produzione locale.

Nelle azioni di contrasto, è costante il coordinamento interforze attraverso la cabina di regia istituita presso la Prefettura. Elevata è l’attenzione al fenomeno da parte delle Forze dell’ordine, come testimonia la crescita del numero dei sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza (+37,2% negli ultimi dieci anni) e dai risultati raggiunti nell’ambito dell’operazione “Spiagge sicure” dell’estate 2018, che ha coinvolto i due comuni di Camerota e Capaccio-Paestum, dove sono stati sequestrati 11.847 articoli per un valore complessivo di 85.000 euro. Nel 2019 “Spiagge Sicure” interesserà i comuni di Amalfi, Ascea, Centola, Maiori, Pisciotta, Positano e Ravello.

Questi sono i principali risultati della ricerca realizzata dal Censis per il Ministero dello Sviluppo economico, presentati ieri a Salerno da Amedeo Teti, direttore generale della Dg Lotta alla Contraffazione-Uibm del Ministero dello Sviluppo economico, e Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, e discussi da Andrea Prete, presidente della Camera di Commercio di Salerno, Vincenzo Napoli, Sindaco di Salerno, Fabrizio Curcio, Unità di coordinamento del Protocollo roghi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Francesco Russo, Prefetto di Salerno.