Amministrative 2021. La storia e la mappa elettorale delle grandi città al voto. Napoli nell’analisi dell’Istituto Cattaneo.

Con questa quinta analisi si conclude la serie degli approfondimenti offerti dallIstituto Cattaneo in vista delle elezioni amministrative del 2021. Si tratta di analisi che ripercorrono la storia elettorale delle cinque maggiori città chiamate al voto in ottobre e levoluzione della loro geografia politica” interna grazie ad un nuovo articolato set di dati recentemente creato dai ricercatori dellIstituto.

 

(Redazione)

 

Una città da sempre caratterizzata da un elettorato volatile. Dal 1993 al 2010, in epoca bipolare, centrodestra e centrosinistra registrano livelli di consenso mutevoli nel quadro di una competizione aperta, in occasione delle elezioni politiche nazionali e regionali.

 

Tuttavia, il centrodestra non ha mai espresso il sindaco mentre i candidati di sinistra o centrosinistra, da Bassolino a De Magistris, con la sola eccezione della prima elezione di Rosa Russo Iervolino, hanno sempre vinto con un margine superiore a dieci punti percentuali. Dal 2011, inoltre, l’offerta politica “terza” rispetto alla classica dinamica bipolare (De Magistris alle amministrative, i 5 Stelle nelle altre elezioni) ha attratto voti trasversali, ma con un effetto asimmetrico sui due poli.

 

Ad oggi, sembrano aver allontanato dall’astensione o dalla destra sia elettori benestanti ed altamente istruiti residenti in quartieri come il Vomero, sia categorie disagiate di quartieri periferici come Scampia o Ponticelli. Tanto che se la confluenza su un candidato unitario di centrosinistra dovesse funzionare, anche solo in parte, Napoli diventerebbe non contendibile per il centrodestra e la città più “rossa”.

 

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