Le allergie di primavera sono legate all’esposizione ai pollini delle piante che fioriscono nella bella stagione, per questo prendono il nome di pollinosi. Le particelle espulse dalle piante si librano nell’aria e, sospinte dal vento, possono entrare in contatto con le mucose di occhi, naso e gola; nei soggetti ipersensibili esse si irritano e gonfiano a causa di una risposta eccessiva del sistema immunitario, che interpreta queste sostanze come nemiche dell’organismo (allergeni) rilasciando istamina.

L’allergia ai pollini si presenta con un complesso di sintomi clinici (oculari, nasali e bronchiali), che occorrono con periodicità stagionale, più frequentemente in primavera e in autunno.
Le manifestazioni della pollinosi comprendono la rinite allergica e l’asma bronchiale, strettamente associate sia dal punto di vista clinico che da quello patogenetico.

In base al periodo di comparsa dei sintomi, in Italia si distinguono allergie ai pollini:

Precoci, pre-primaverili: correlate alla presenza di piante con fioritura da dicembre a maggio e alle pollinosi emergenti.
Primaverili-estive: le più frequenti, da sensibilizzazioni verso piante con fioritura tra aprile e settembre.
Estivo-autunnali: più rare, provocate da piante con fioritura nei mesi di agosto e settembre.

I sintomi principali sono:

1. Rinorrea acquosa
2. Congestione nasale
3. Bruciore e arrossamento delle congiuntive
4. Lacrimazione
5. Starnuti isolati o a salve
6. Prurito al palato, al naso e agli occhi
7. Tosse secca e stizzosa, spesso notturna, accompagnata da difficoltà di respiro e dai caratteristici sibili intratoracici propri dell’asma bronchiale
8. Riduzione dell’olfatto e del gusto
9. Insonnia, stanchezza, irrequietezza
10. Difficoltà di respiro e asma (nel 40% dei casi).