Assalto al Congresso americano: adesso Trump rischia la rimozione.

Pence: "Non avete vinto, la violenza non vince mai".

L’ipotesi di invocare il 25esimo emendamento per rimuovere Donald Trump, dopo l’assalto al Congresso, si sta rafforzando.

Il venticinquesimo emendamento delinea le procedure per la destituzione del presidente dall’incarico quando viene riconosciuto incapace di ”adempiere ai poteri e ai doveri della carica”. Può farvi ricorso il vicepresidente, che a quel punto lo sostituisce, e la maggioranza degli ufficiali esecutivi del presidente, o un altro organo designato dal Congresso.
Questo scenario impensabile sino a 24 ore fa, è ormai non solo un’idea ma un terreno di discussione aperto, perché è ormai evidente, anche ai Repubblicani, come il presidente abbia fomentato le violenze ripetendo per mesi accuse infondate su presunti brogli, mai avvenuti nelle elezioni del 3 novembre.

Anche  Padre James Martin, gesuita, ha scritto’ ieri sera su Fb:

“La violenza di oggi al Campidoglio USA, una disgrazia nazionale, è il risultato inevitabile delle infinite bugie sulle elezioni diffuse dal presidente Trump e dai suoi sostenitori. Qui vediamo il risultato di queste bugie, il frutto del peccato: rabbia, odio, discordia, disperazione e violenza. Questo è ciò che fa il peccato, soprattutto il peccato su così vasta scala”.

“Il presidente non è idoneo a rimanere in carica per i prossimi 14 giorni – ha scritto il il Washington Post – Ogni secondo in cui mantiene i vasti poteri propri della presidenza è una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale.

Intanto è salito a quattro morti il bilancio degli scontri. Lo rende noto il capo della polizia di Washington Robert Contee.

Sono 52, invece, le persone arrestate per aver partecipato all’assalto, 4 perché in possesso di pistole, uno per possesso di arma proibita, 47 per violazione del coprifuoco e ingresso illegale al Congresso.

Ma chi sono questi rivoltosi sostenitori di Trump?

I Proud Boys sono quelli che ad ogni occasione il presidente uscente chiama “patrioti”, ma che i rapporti dell’intelligence Usa definiscono da tempo come “un pericoloso gruppo della supremazia bianca”, un’organizzazione di stampo neofascista attiva non solo negli Stati Uniti ma anche in Canada. Il loro leader è Enrique Tarrio.

Anche Twitter, Facebook e Instagram prendono le distanze da Trump, bannandolo temporaneamente per non consentirgli di dare il via a nuove iniziative violente.