Nel secondo semestre del 2019, l’andamento dell’occupazione si conferma altalenante: dopo due mesi di crescita, infatti, il mese di dicembre registra un calo sia del numero di occupati sia del tasso di occupazione. La flessione riguarda soprattutto gli uomini e le classi
d’età centrali, così come i dipendenti che tornano a diminuire dopo quattro mesi di espansione; i lavoratori autonomi raggiungono il livello minimo storico dal 1977.
In lieve crescita il numero di disoccupati e l’inattività, che a novembre aveva raggiunto il minimo storico.
Gli andamenti trimestrali e tendenziali confermano nel complesso la crescita dell’occupazione e la diminuzione sia della disoccupazione sia dell’inattività.

La diminuzione degli occupati nell’ultimo mese è sintesi della crescita dei dipendenti a termine (+0,5% pari a +17 mila unità) e della diminuzione di quelli permanenti (-0,5% pari a -75 mila unità) e degli indipendenti (-0,3% pari a -16 mila).

Così i dipendenti a termine, ovvero i precari, a dicembre aumentano di 17 mila unità su novembre, arrivando a toccare quota 3 milioni 123 mila.  Un nuovo massimo storico.

Nei dodici mesi, invece, la crescita degli occupati è caratterizzata soprattutto dall’aumento dei dipendenti permanenti (+1,2%, +207 mila) e, in misura minore, di quelli a termine (+1,5%, +45 mila) mentre calano gli indipendenti (-1,3%, -71 mila).

La lieve crescita delle persone in cerca di lavoro si registra tra gli uomini (+2,2%, pari a +28 mila unità) e tra gli under50, a fronte di una diminuzione tra le donne (-2,2%, pari a -27 mila unità) e gli ultracinquantenni. Il tasso di disoccupazione risulta tuttavia stabile al 9,8%; rimane invariato anche il tasso di disoccupazione giovanile (28,9%).

La crescita degli inattivi riguarda sia gli uomini sia le donne e tutte le fasce d’età a esclusione dei giovanissimi tra i 15 e i 24 anni. Il tasso di inattività sale al 34,2% (+0,1 punti percentuali).