Studioso di Sturzo e F. L. Ferrari, in questa breve nota Ignesti manifesta la sua propensione o il suo interesse intellettuale a lavorare per un nuovo partito di ispirazione democratico cristiana.  Formalmente la nota fa da sponda a un commento di Sandro Comola (rappresentante di “Politica Insieme”) apparso ieri, a seguito dell’intervista di De Mita sul Corriere della Sera, tra i vari interventi che quotidianamente animano la pagina di discussione del gruppo “Rete Bianca”. Il tono, come si può notare, è colloquiale ma impegnativo.

Caro Alessandro, da qualche tempo, sulle orme di don Sturzo, sono giunto anch’io sulle tue stesse posizioni politiche.

Credo cioè che sia più che utile per la nostra tradizione politica “una presenza anche minoritaria, non di mera manovra strumentale ma al servizio di idee e progetti, per portare a casa cose utili e buone per il Paese”.

Dobbiamo cioè, come tu dici, non farci condizionare da quel che siamo stati, ma di metterci nella prospettiva sturziana del primo dopoguerra, quando si lanciò con coraggio il messaggio dei liberi e forti, senza “aver più paura di d’esser soli o minima minoranza”.

Forse che anche “senza la Balena Bianca non si riesca ad incidere”? Allora Sturzo e i suoi, abbandonando la prospettiva di perpetuare la grande Opera dei Congressi, non scelsero anch’essi la scommessa di dar vita a un piccolo partito politico, al punto che il risultato che ottennero non solo non era nelle loro aspettative, ma preoccupò non poco lo stesso don Luigino?

Avanti dunque con coraggio!