Ha avuto poca attenzione l’intervista di Bassanini a “Repubblica” sulla rete unica delle telecomunicazioni. Forse conviene capire cosa si sta muovendo e in che direzione.

Franco Bassanini attuale Presidente di Open Fiber, ultimo esponente del primo governo Prodi, ancora con ruoli di grande rilevanza, per le cose che dice sembra il Ministro delle Partecipazioni Statali senza averne funzioni e responsabilità che oggi dovrebbero essere in capo al Ministro dell’Economia.

Non dimentichiamo infatti che è il governo Prodi, di cui Bassanini faceva parte, che procede nella privatizzazione di Telecom nel modo sbagliato che sappiamo, perché diversa da Enel e da Eni.

Fu operata per Telecom una scelta diversa perché era maturata la certezza e l’illusione che il controllo potesse essere attuato con la regolamentazione delle concessioni. Oggi Bassanini dice che Telecom fu venduta tutta e lo Stato non mantenne una quota di controllo. Lui era il Mjnistro della Funzione pubblica. Ci dica quante riunioni ci sono state. Ne hanno parlato in Consiglio dei Ministri? Che posizioni emersero? Perché parte tutto da lì!

Poi vengono dati in pasto alla opinione pubblica numeri opinabili. Nessuno adesso è in grado di dire con certezza quanti sono e saranno gli allacci alla fibra ottica, quali saranno i valori delle società, quanti utenti verranno acquisiti dalla eventuale sfida sulla rete e soprattutto quanti ne verranno sottratti alla rete Tim, soprattutto se non interverrano soluzioni dirigistiche sotto forma di aiuti di Stato.

Ecco allora che vengono paventate soluzioni di ingegneria finanziaria estremamente rischiose nella forma e nella sostanza. Viene richiamato in modo contraddittorio il ruolo di Cassa depositi e Prestiti, che sarebbe negativo in una soluzione e positivo in un’altra.

In CdP ci sono i risparmi postali degli italiani e nel capitale c’è la partecipazione delle Fondazioni bancarie che hanno in gestione il patrimonio consolidato delle comunità e dei territori. Che succede se in Tim entrano capitali finanziari come il fondo Kkr e non si accetta il ricatto della rete unica del modello Bassanini?

Sarebbe bene che le società possano essere nelle condizioni di muoversi liberamente senza ricatti e condizionamenti. Sulla partita della rete si gioca la partita della credibilità di un Paese che rispetta le regole del mercato. Dunque, se il presidente di Open Fiber ha la certezza dei numeri si muova di conseguenza senza imporre integrazioni forzate con soluzioni rischiose e di dubbia praticabilità.