BERLUSCONI INQUIETANTE, OPINIONE PUBBLICA (ANCHE INTERNAZIONALE) DISORIENTATA: MENO MALE CHE SERGIO C’È

 Il rientro del Cavaliere in Parlamento non poteva essere più chiassoso e maldestro, pare evidente che tutto il trambusto debordato dal suo insediamento in Senato e dalla sua rumorosa discesa in campo non giovino alla compattezza del centro destra e suggeriscano più di una domanda sui futuri step che attendono il Governo. Intanto il Presidente della Repubblica porta avanti le consultazioni al Quirinale e stringe i tempi per conferire l’incarico di formare il nuovo Governo.

La stampa italiana e internazionale ha dato grande risalto all’ennesima esternazione di Berlusconi, questa volta davanti alla platea dei parlamentari di F.I. e si interroga su chi e per quale motivo abbia passato la registrazione dell’audio all’agenzia La Presse che l’ha divulgato facendogli fare il giro del mondo. 

Le parole del Cavaliere pesano come macigni e in molti si sono affrettati a chiedersi se non precludano la presenza di esponenti del partito nella coalizione di Governo, segnatamente evidenziando l’incompatibilità di Tajani al Ministero degli Esteri, visto che mentre Giorgia Meloni ribadiva la linea atlantista e l’appartenenza alla NATO, l’ex premier spiegava ai suoi come sono andate le cose in Ucraina: tutte le colpe sono di Zelensky che aveva aggredito le due repubbliche del Donbass per cui Putin è stato costretto a dare il via all’operazione speciale, “le truppe dovevano entrare in Ucraina, raggiungere Kyiv e in una settimana deporre Zelensky per mettere al suo posto delle persone per bene e di buon senso”… purtroppo l’esercito e il popolo Ucraino hanno resistito all’attacco e le cose sono andate per le lunghe. La faccenda delle persone per bene da insediare a Kyiv era già stata anticipata nel salotto televisivo di Bruno Vespa ma nessuno nel partito si era imbarazzato o preoccupato. Adesso che il teorema esplicativo della guerra in Ucraina è stato ripetuto con ampia trattazione forse qualcuno dei suoi fedelissimi comincia a dubitare sulle reali intenzioni del leader, mentre dall’esterno c’è chi sottolinea la lacerazione del partito e il tormentone della scissione.

Questo siparietto rubato dalle segrete stanze del gruppo parlamentare segue a breve distanza l’episodio dell’uscita dall’aula dei senatori forzisti al momento dell’elezione del Presidente La Russa, il foglietto scritto di suo pugno da Berlusconi con il profilo personologico della Meloni, il braccio di ferro sui Ministeri, la comparazione sul numero ridotto di deputati e senatori rispetto alla Lega mentre l’incontro in Via della Scrofa con la premier in pectore sembra cosa passata, la stessa Meloni pare aver perso la pazienza e tira dritto sui tasselli del Governo che intende presentare al più presto alle Camere e al Paese.

Tuttavia la più recente esternazione del Cavaliere non sembra passata in sordina, lo stesso PPE è stato chiamato a chiarire la sua posizione su alleanze e strategie. Certamente gli applausi registrati nell’audio dei parlamentari forzisti pesano quanto le parole del loro capo e i chiarimenti postumi di qualche singolo onorevole in odore di nomina ministeriale non convincono: sarebbe stato più opportuno tacere visto che ciò che ha detto Berlusconi non può essere smentito se non prendendo le distanze in modo netto, cosa non avvenuta e che rivela una forzatura interpretativa, excusatio non petita, accusatio manifesta

Anche la storia della datata amicizia con Putin che lo ritiene il primo dei suoi cinque amici, lo scambio di doni (vodka & lambrusco) e di lettere ‘dolcissime’ rivela equivoci e suscita dubbi che non possono essere spiegati solo con la ‘contestualizzazione’ delle parole. La verità storica dell’aggressione militare della Russia non può essere confutata, la devastazione di città e villaggi, le numerose vittime civili, tra cui donne e bambini, il massacro di un popolo in nome della denazificazione con la benedizione del patriarca Kirill, il regime autarchico del Cremlino che cancella la libertà di stampa e mette in carcere i dissidenti non sono bazzecole che si possano dimenticare.

Il rientro del Cavaliere in Parlamento non poteva essere più chiassoso e maldestro, pare evidente che tutto il trambusto debordato dal suo insediamento in Senato e dalla sua rumorosa discesa in campo non giovino alla compattezza del centro destra e suggeriscano più di una domanda sui futuri step che attendono il Governo: se queste sono le premesse c’è da aspettarsi altre coreografie pirotecniche per il futuro.

La versione secondo cui ci sono due Berlusconi, uno dal carattere forte e dalle esternazioni facili e l’altro che mantiene la barra dritta sulla stabilità e porta la bandiera dei liberali e moderati è un’interpretazione veritiera ma indulgente. L’audio registrato del discorso tenuto ai suoi parlamentari  non può essere rimosso: in un mondo politico grigio e sciatto questi fuochi d’artificio sono forse l’espressione di un declino personale e politico in atto, l’indisponibilità – per un leader con una esperienza comunque internazionale e rilevante – a recitare un ruolo gregario e di secondo piano, cedendo lo scettro della guida e del comando ad una giovane donna.

Lo conferma lo stesso Cavaliere nel suo pistolotto finale: “Oggi purtroppo nel mondo Occidentale non ci sono leader. Non ci sono in Europa e negli Stati Uniti d’America…Posso farvi sorridere? L’unico leader vero sono io”. E giù applausi. Intanto il Presidente della Repubblica porta avanti le consultazioni al Quirinale e stringe i tempi per conferire – nella serata di oggi? – l’incarico di formare il nuovo Governo: meno male che Sergio c’è.