Il primo ministro britannico Boris Johnson è sotto il fuoco dei suoi predecessori.

Tony Blair e John Major hanno pubblicato un editoriale congiunto che attaccava la decisione di Johnson di rompere le parti dell’accordo sulla Brexit a lui non gradite.

Rompere l’accordo relativo all’Irlanda del Nord, violando il diritto internazionale fa pensare, secondo i due premier, ad una visione molto limitata del futuro.

Nell’editoriale Blair e Major hanno descritto la proposta del governo come “scioccante”.

E si chiedono.

“Come può essere compatibile questa procedura con i codici di condotta che vincolano ministri e funzionari pubblici? Mentre negoziamo nuovi trattati commerciali, come possiamo salvare la credibilità come nazione se ignoriamo così palesemente i nostri impegni nel momento in cui li firmiamo?”

Anche l’immediato predecessore di Johnson, la collega conservatrice Theresa May, ha condannato la proposta, affermando che mina la fiducia nel Regno Unito

Blair e Major hanno affermato, inoltre, che la proposta rischia di minare i progressi compiuti nel garantire la pace nell’Irlanda del Nord. “L’azione del governo non protegge l’accordo del Venerdì Santo – lo mette in pericolo”.

“Questo piccolo stratagemma secondo i due ex premier, deve concludersi immediatamente prima che venga fatto qualsiasi ulteriore danno. E, se il governo stesso non rispetterà lo stato di diritto, l’Alta Corte del Parlamento dovrebbe obbligarlo a farlo”.