Card. Parolin, una laicità autentica alla base di quella politica “migliore” di cui parla Papa Francesco.

 

Riportiamo la parte conclusiva della Lectio magistralis che il Segretario di Stato vaticano ha tenuto l’altro giorno, 9 marzo, al convegno promosso dall’Associazione “Sui tetti”.

 

Redazione

 

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Separazione dunque, tra Stato e Chiesa; ma non indifferenza, tantomeno sospetto, dell’uno nei confronti dell’altra. Questo implica anzitutto la libertà della Chiesa e dei cristiani di esprimere anche nell’ambito pubblico pensieri, azioni e comportamenti corrispondenti alla propria fede con il pieno diritto di sollecitare, ben oltre la sfera del privato, corrispondenti azioni pubbliche e leggi a tutela dei valori professati.

 

Questa laicità “autentica”, dove lo Stato non impedisce l’espressione religiosa ma anzi ne profitta, nella doverosa distinzione di ambiti, farà sì che i laici possano davvero compiere la loro missione, essere “sale della terra e luce del mondo”.

 

È nel contesto di questa laicità autentica, infine, che può fiorire quella politica “migliore” di cui parla Papa Francesco nel corso del capitolo V dell’Enciclica Fratelli tutti. Una “politica migliore”perché popolare in senso proprio e non populista (nn. 156 ss.) e che sia riempita di un vero “amore politico” (nn. 180 ss.), che diventa un amore efficace (nn. 183 ss.) e che, come ancora insegna il Santo Padre, “è sempre un amore preferenziale per gli ultimi,che sta dietro ogni azione compiuta in loro favore. Solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla carità, che lo porta a cogliere la dignità dell’altro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignità, rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella società. Tale sguardo è il nucleo dell’autentico spirito della politica” (n. 187).

 

Tali affermazioni, sulle quali tutti siamo naturalmente e istintivamente d’accordo, non hanno fondamenti razionali auto-evidenti, non rispondono a sillogismi di natura matematica-scientifica, ma sono il riverbero dello Spirito Creatore e sono fondate sulla convinzione che l’uomo, ogni uomo, è un essere unico e irripetibile, perché amato da Dio.

Questa è la base, questo è il fondamentodell’antropologia cristiana, che altro non è che lo sguardo di Dio sull’uomo stesso. Uno sguardo che gli consegna la dignità più grande possibile e che lo vede sempre come “cosa molto bella”. Questo è il contributo che la Chiesa può dare, oggi come ieri, alla famiglia umana di ogni luogo e tempo.

 

Questo è soprattutto ciò che il mondo ha bisogno di ascoltare, perché ogni volta che se ne dimentica offusca non solo la presenza di Dio, ma la dignità, la bellezza e il valore dell’uomo.

 

Questo, per concludere, è ciò che la Chiesa, i cristiani, ma in fondo tutti gli uomini di buona volontà possono, anzi debbono, gridare sui tetti.

 

Per leggere il testo integrale della Lectio magistralis

https://www.suitetti.org/2022/03/10/lectio-magistralis-s-e-r-card-pietro-parolin-ditelo-sui-tetti/