Mara Carfagna è una voce politica di grande interesse nel panorama del centro destra italiano. Tutti sappiamo che le vecchie categorie politiche sono un po’ appannate nel nostro paese. Soprattutto dopo il 2018, da quando il trasformismo è diventata la cifra distintiva della dialettica democratica. Alleanze costruite dalla mera ricerca del potere a prescindere da qualsiasi gerarchia valoriale e progettualità politica; programmi intercambiabili al di là della coalizione che deve portarli avanti e, soprattutto, una classe dirigente che ha come unico obiettivo quello di radere al suolo tutto ciò che è riconducibile al passato. 

Ora, a fronte di un quadro politico trasformistico dominato dalla convenienza personale, politica ed elettorale a breve scadenza, è incoraggiante che tanto nell’ex centro sinistra quanto nell’ex centro destra emergano posizioni che possono rompere l’incantesimo della mediocrità della politica contemporanea. Una situazione, peraltro, difficile e complessa come ha evidenziato recentemente la stessa Alessandra Ghisleri quando ci ha ricordato che oggi appena il 4,6% degli italiani ha fiducia dei politici. Una stagione quasi simile a quella del 2008 quando Grillo con il suo “Vaffaday” nelle piazze italiane inveiva, insultava, diffamava e distruggeva l’intera classe politica italiana. 

Ecco, in un quadro del genere – e per fermarsi allo schieramento dell’ex centro destra – il ruolo politico assunto su più temi da Mara Carfagna può contribuire a dare una veste nuova a quello schieramento e diventare, al contempo, un interlocutore importante anche per le componenti moderate e riformiste del centro sinistra. Perchè in un quadro politico in forte evoluzione e in continua trasformazione, avere esponenti che negano la radicalizzazione politica privilegiando il confronto e il dialogo e che, soprattutto, coltivano posizioni e proposte che non escono dal perimetro costituzionale, rappresentano segnali decisivi anche per creare nuovi equilibri pollici e di governo. 

Quello che conta, alla fine, sono due elementi discriminanti, anche in una stagione trasformistica come quella che stiamo vivendo. Da un lato un atteggiamento politico responsabile e alla ricerca costante del dialogo e della comprensione delle ragioni degli altri, cioè degli avversari. Dall’altro, declinare una posizione politica che faccia riferimento a valori e a un progetto che non sconfinino nell’irresponsabilità, nella demagogia, nel populismo e nella solita propaganda. Sotto questo versante, nel campo del centro destra, posizioni come quelle espresse da Mara Carfagna meritano di non essere sottovalutate.