Carmen Frei (Dc cilena): “C’è fastidio per i nostri ex membri della Concertación, noi non entreremo nel  governo”.

 

La presidente della Dc, Carmen Frei, sottolinea che “in politica, le forme contano”. Da questo punto di vista si rammarica della decisione dei socialisti democratici di lasciare solo il suo partito per entrare nel governo Boric.  “Ci saremmo aspettati – afferma – un trattamento diverso dai partner politici con i quali abbiamo camminato insieme per tanti anni, ma nel nuovo ciclo politico che sta iniziando assumeremo una posizione in base ai nostri convincimenti.

 

L’intervista, da noi qui tradotta, è stata pubblicata il 4 febbraio scorso su “latercera.com”.

 

 

Redazione

 

Come ogni estate, l’ex senatrice e presidente della Dc, Carmen Frei, passa abitualmente il suo periodo di riposo ad Algarrobo, nella stessa casa estiva che suo padre aveva acquistato negli anni ’50.

 

È stato uno dei posti preferiti dal defunto ex presidente Eduardo Frei Montalva fino ai suoi ultimi giorni. In suo onore il Comune di Algarrobo intendeva pure dedicargli la stradina dove si trova l’immobile. Tuttavia, la stessa Carmen Frei ha suggerito una diversa alternativa al consiglio comunale.

 

“In effetti mancava il nome della via ed ero informata dal comune circa la volontà d’intitolarla a mio padre. Gliel’ho fatto presente, mio ​​padre gode di molte attestazioni, perché non pensare allora al nome di mia madre? Ho detto questo perché era lei che gestiva la casa. Ora, dunque, la via si chiama María Ruiz-Tagle de Frei”.

 

Poche settimane prima di dover lasciare la presidenza del partito – che a marzo eleggerà la sua nuova dirigenza, al secondo turno, tra le liste della deputata Joanna Pérez e del sindaco Felipe Delpin- [Carmen Frei] esprime il disagio della Dc per l’atteggiamento degli ex alleati della Concertación, i quali hanno scelto di collaborare con il governo del presidente eletto Gabriel Boric, lasciando la Falange [altra denominazione della Dc cilena, ndr] in una posizione solitaria.

 

A seguito dell’annuncio del gabinetto Boric, lei ha rilasciato una dichiarazione pubblica in cui ribadisce la volontà di collaborare con il governo.  Fino a che punto è disposta a sviluppare questa collaborazione?

 

Abbiamo sempre agito con coerenza. Indubbiamente, siamo entrati in un nuovo ciclo politico. Abbiamo sostenuto il presidente eletto senza chiedere nulla in cambio e abbiamo anche dichiarato che non aspiravamo a entrare nel gabinetto. Al ballottaggio la nostra organizzazione ha lavorato duramente per il presidente eletto. Sia in pubblico che negli incontri avuti con i membri del nuovo governo abbiamo espresso l’augurio che il nuovo governo possa avere successo per il bene di tutti. Tuttavia, benché non facciamo parte del governo, sarebbe sbagliato credere che non avremo un ruolo da attori politici rilevanti.

 

Il Consiglio Nazionale della Dc ha dichiarato che il partito “non intende entrare nel futuro governo e neppure sottomettere a condizioni il suo sostegno”. Ciò nondimeno, dopo l’annuncio di ministri e sottosegretari, è rimasta la sensazione che alcuni militanti o leader volessero invece entrarci, nel governo…

 

Noi democristiani abbiamo sempre creduto nel dialogo, con l’obiettivo di raggiungere accordi per il bene del Paese, ma questo richiede umiltà, come pure l’impegno ad agire senza massimalismi. Il fallimento del governo Piñera mostra che i cileni sono stanchi di coloro che pensano di poter risolvere i problemi da soli, senza ascoltare. Siamo determinati ad agire per il bene di tutti, ovunque siamo presenti: in Parlamento e nel territorio, ovvero negli enti locali e regionali.

 

Ma il fatto che il presidente Boric abbia convocato tutti gli ex alleati della Dc in seno alla Concertación è presumibilmente qualcosa di scomodo per lei.  È come il bambino che vede invitare a un compleanno tutti i suoi amici, ma non lui…

 

Sì (sorride)…Per molti anni abbiamo sempre avuto rapporti politici con il Ps, il PPD, il Partito Radicale…Certamente ogni partito – così la penso io – ha il diritto di definire la propria politica delle alleanze. Tuttavia, devo anche ammettere che le forme non ci sono piaciute e questa azione unilaterale dei nostri partner – i nostri ex partner – non credo sia stata la più appropriata. Personalmente ho sempre posto la massima cura nelle relazioni con tutti loro. E quando il Frente Amplio ha chiuso loro la porta impedendo la partecipazione alle primarie, siamo andati avanti con la medesima disponibilità. In politica, come nella vita, le forme contano. L’essere cortesi non rende meno valenti. Ci saremmo aspettati un altro trattamento dai partner politici con i quali, per tanti anni, abbiamo camminato insieme. Ora, nel nuovo ciclo politico che sta per iniziare, la nostra condotta rifletterà le nostre convinzioni.

 

Anche il capo dei senatori della Dc, Francisco Huenchumilla, ha detto qualcosa di simile, e cioè che si sarebbe aspettato una procedura più in linea con l’affectio societatis che un tempo vi univa nella Coalizione.  Ma il disagio è con gli ex compagni o ci si aspettava qualcosa in più dal governo del presidente Boric?

 

C’è un certo fastidio, senza dubbio, per i nostri ex partner, ma fin dall’inizio con il governo del presidente eletto siamo stati molto chiari. Vogliamo i cambiamenti, li accompagneremo lealmente, ma non entreremo nel governo.

 

Ma se Boric avesse invocato il vostro ingresso al governo, avreste accettato?

 

Non è successo, quindi si tratta solo di una esercitazione teorica. Quel che è accaduto, è accaduto: noi non ci muoveremo da dove stiamo. Sì, saremo sul pezzo ogni volta che il governo presenterà le sue soluzioni. Abbiamo una storia di più di 80 anni e da sempre, settori di sinistra o di destra, hanno desiderato vederci scomparire.

 

Ma vi aspettate ancora un trattamento diverso, tanto dal governo quanto dai vostri ex partner, in modo da intraprendere una possibile collaborazione?

 

Sì, con i nostri esperti e in maniera trasparente: non abbiamo problemi. Saremo pronti ad affrontare le riforme che ci verranno proposte. Su questo i nostri parlamentari sono disponibili. La Dc continuerà a dare molto al Cile. A tutti quei profeti di sventura che ci attaccano sempre, credendo che siamo scomparsi, ricordo che oggi abbiamo cinque senatori, otto deputati, quattro governatori regionali, più di 40 consiglieri regionali, più di 50 sindaci e più di 300 consiglieri. Siamo una forza rilevante e in questo nuovo ciclo politico opereremo in maniera coerente.

 

Alcuni postulano che la Dc dovrebbe assumere un ruolo cardine, il che a volte implica andare contro i postulati del governo. Questa tesi la convince?

 

Non siamo cardini. Siamo un partito che ha la sua rappresentanza e che ha le idee chiare. Per governare servono però umiltà e chiarezza. Il governo ha l’esigenza di trovare delle maggioranze, soprattutto su questioni che aiutino ad innescare riforme ben fatte. Siamo disponibili per questo, ma sono i vari gruppi di Appruebo Dignidad (il raggruppamento dei partiti della maggioranza, ndr) che guideranno il governo. A loro spetta di capire cosa comportano i loro accordi e, gli piaccia o no, devono anche arrivare ad accordi con noi.

 

Lei ha accennato allo spazio che vuole occupare all’interno del Congresso, ma con cinque senatori e otto deputati…Ricordiamoci che lei faceva parte di un gruppo che annoverava molti più parlamentari democristiani. Oggi, a suo giudizio, la Dc è un partito piccolo o è ancora un grande partito?

 

Senza dubbio, non è il partito che conoscevamo nel 1964 o negli anni ‘90. Ne siamo consapevoli. Il partito ha di fronte la necessità di affrontare con molta serietà la questione. Stiamo perdendo la fiducia della gente, per cui dobbiamo essere di nuovo trasparenti e prestare ancora ascolto. Saremo pochi, ma siamo necessari, perché non c’è una maggioranza precostituita in Parlamento. Noi saremo in grado, senz’altro, di influire enormemente laddove si tratterà di dare sostegno alle proposte del governo Boric.

 

 

Per leggere il testo originale

https://www.latercera.com/la-tercera-pm/noticia/carmen-frei-hay-una-molestia-con-nuestros-exsocios-de-la-concertacion-pero-nosotros-fuimos-muy-claros-en-que-no-vamos-a-entrar-al-gobierno/OX55A62ROBCNLBFSIPDVDUDBBA/