Caro David, che ne pensi di Biden? “Io voto Warren”. Alinsky Jr. parla delle primarie americane.

Ho conosciuto David qualche anno fa. Venne in Italia perché “Il Mulino” aveva pubblicato un mio lavoro sul padre, il radicale ebreo-americano Saul Alinsky.  

Ho conosciuto David qualche anno fa. Venne in Italia perché “Il Mulino” aveva pubblicato un mio lavoro sul padre, il radicale ebreo-americano Saul Alinsky.   Anni fa Jacques Maritain ne Il contadino della Garonna – libro controverso (Parigi, 1966) perché critico con il post-Concilio – lo aveva indicato come uno dei tre rivoluzionari del suo tempo, gli altri due essendo il cileno Edoardo Frei e lui stesso, il filosofo francese. L’amicizia tra di loro fu cementata dalla curiosità per le rispettive attitudini e convinzioni. Maritain, in una lettera, provava ad applicare a Saul la categoria del “tomista di strada”, pur non avendo molto a che vedere con la filosofia dell’Aquinate.  

Era l’estate del 2011, a Roma il caldo si faceva sentire. David venne con la sua signora, Joanne, e passammo alcune giornate piacevoli, in occasioni pubbliche e private, tra commenti e ricordi sempre vivaci, specialmente sulla figura del padre. David possiede dell’americano medio il classico pragmatismo, intriso però di quell’acume critico e senso di introspezione tipici della cultura ebraica. Presentammo il libro presso la Camera dei Deputati e poi alla Festa dell’Unità a Caracalla. Da quel momento siamo rimasti in contatto, trovando modo di comunicare, volta a volta, le cose più importanti.

Recentemente gli ho scritto per sapere cosa ne pensasse della candidatura, appena presentata, di Joe Biden. A mio parere, dopo aver atteso a lungo, l’ex vice Presidente di Obama ha fatto la scelta più giusta e coraggiosa, proponendo una possibile soluzione in alternativa alla consacrata (e deleteria) polarizzazione del confronto democratico che in America ha condotto alla vittoria di Trump.

Secondo una interpretazione originale, di cui si è fatto interprete sul “New York Times” (“The Revolt of Democratic Elites” – 2 maggio 2019) David Brooks, la radicalizzazione del bipartitismo americano avrebbe un’origine diversa, e quindi uno sviluppo altrettanto diverso, per i Democratici e i Repubblicani. I primi sono attraversati da un sentimento di “rivolta”, che nasce appunto dai vertici, ovvero dall’establishment intellettuale, mentre la base popolare conserva mediamente un approccio moderato. A rovescio, nel partito repubblicano ha preso piede una corrente radicale che ha investito  direttamente gli elettori, essendo il gruppo dirigente più legato alla visione di un confronto a sfondo tradizionale, quindi più attento alle esigenze di una certa politica bipartisan.

Se questa è la raffigurazione più corretta della dialettica politica operante negli Stati Uniti, non è difficile comprendere il successo  della “socialista” Ocasio-Cortez nel campo democratico. Molti candidati alle primarie, a partire dal vecchio Sanders, si atteggiano a campioni della lotta contro la finanza predatrice e il potere dei grandi gruppi economico-imprenditoriali. Il populismo ha radici antiche negli Stati Uniti. Stavolta, allora, il centrista Biden si presenta come l’uomo della sfida, pronto ad andare contro corrente, perché rimette in discussione l’assunto in base al quale solo un radicale di sinistra può vantare i requisiti giusti per affrontare e battere la “politica estremista” dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

La risposta di Dave – di seguito riportata in inglese e italiano – non si è fatta attendere. Si nota, tra le righe, che la figura di Biden incontra la sua stima. Tuttavia, da buon democratico bostoniano, i suoi favori vanno alla governatrice del Massachusetts, Elizabeth Warren. Del resto, non potevo sperare che il figlio del grande reinventore e interprete del radicalismo americano del Novecento fosse attratto dal moderato Biden! Rimango però convinto, a parte i sondaggi,  che sia lui il candidato che incarna meglio l’ambizione dei Democratici a porsi come alternativa credibile nelle elezioni del 2020. La strada è lunga, staremo a vedere.

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Dear Lucio,

With 20 some candidates some of whom I don’t even know, Biden is probably the best middle-of-the-road candidate but he’s carrying a lot of political “baggage” and I’m not sure he can stand up and return, blow for blow, the punishment and the lies Trump will throw at him.  Sanders (to me) is really un-electable.  Warren is also on the far (but not extreme left) and presently I am in support of her.  She can give as good as she’s going to get, has some interesting programs – and how to pay for them – and can certainly stand up to Trump.  Pete Buttigieg, Mayor of South Bend, Indiana is also very interesting and worth watching. There are a few others but it’s very early yet so we shall see.

Best to you my friend,

David

Caro Lucio,

con 20 candidati, alcuni dei quali nemmeno conosco, Biden è probabilmente il miglior candidato di centro. Tuttavia sulle spalle reca un voluminoso “fardello” politico e non sono sicuro che possa resistere e rispondere, colpo su colpo, all’aggressione e alle bugie che Trump riverserà su di lui. Sanders (per me) è davvero poco eleggibile. Invece Warren è su posizioni più di sinistra (ma non di estrema sinistra), tant’è che al momento mi ritrovo schierato a suo favore. Lei garantisce quanto ha in animo di ottenere, presenta alcuni programmi validi – insieme a come fare per sostenerne il costo – e possiede certamente i requisiti per resistere a Trump. Anche Pete Buttigieg, sindaco di South Bend, Indiana, è molto interessante e vale perciò la pena di tenerlo d’occhio. Ce ne sono ancora altri, ma è presto per darne conto, e quindi staremo a vedere.

I migliori auguri a te, amico mio.

David