CASO LOMBARDIA: I SOLITI GIOCHI DI POTERE. I CITTADINI NON CHIEDONO PERSONALISMI MA  CHIAREZZA NEI PROGRAMMI.

 

Lannuncio dellautocandidatura di Letizia Moratti a Presidente di Regione Lombardia per le elezioni del 2023 ha suscitato commenti disparati. Ambire alla guida politica di una Regione non significa concentrare i risultati elettorali sul solo nome del futuro Presidente.

 

Francesco Provinciali

 

Lasciati assessorato e vice presidenza per dissensi con Attilio Fontana si potevano immaginare due conseguenze: l’abbandono della politica dopo una lunga carriera o il riposizionamento in vista della prossima campagna elettorale: così è stato e Letizia Moratti ha annunciato che correrà per il terzo polo di Azione e Italia viva.

 

Su queste pagine qualcuno ha rimproverato il PD per non aver colto l’occasione di una futura alleanza vincente, per scalzare il centro destra dalla roccaforte lombarda dopo decenni di dominio incontrastato. E ciò in nome della strategia politica e delle implicite opportunità.

 

Viene tuttavia da chiedersi se sia davvero questa la politica che si propone come esemplare: forse i cittadini si aspetterebbero meno personalismi e più chiarezza nei programmi. Magari discutendo in tempo utile, nei partiti, delle linee di indirizzo, delle scelte da compiere, delle candidature emergenti da un contesto partecipato e non predeterminato. Davvero tutto si riduce a concentrare in un nome – per quanto autorevole – i destini di una Regione? Sembra piuttosto un’operazione di vertice, i soliti giochi di potere replicati a livello nazionale e locale per contendersi le istituzioni: nulla da eccepire sulla qualità e l’esperienza del personaggio ma forse la gente si aspetta temi diversi, volti nuovi, cambiamenti e innovazioni aperte al concorso della società civile.

 

Può un dissenso apicale negli attuali organigrammi di potere costituire l’asset strategico di una coalizione, di un’alleanza, di una presenza e della sua futura connotazione identitaria? Non si eccepisce sulla conversione politica, si può infatti cambiare idea strada facendo ed ogni esperienza è utile per maturare convincimenti e collocazioni diverse. Ma non si può dimenticare che la personalizzazione della politica è uno dei mali che affligge il sistema della partitocrazia.

 

Ambire alla guida politica di una Regione non significa concentrare i risultati elettorali sul solo nome del futuro Presidente, paradossalmente ciò potrebbe determinare esiti diversi perché la politica non è monopolio ma confronto: sulle idee, sui programmi, sul modello di società che si intende perseguire, sui contenuti. Destra, centro e sinistra dovrebbero misurarsi preliminarmente su questo.