Quale deve essere il ruolo dei cattolici in politica? A questa domanda si danno risposte tra loro differenti, che sembrano destinate a perpetuare la diaspora e quindi l’irrilevanza dei cattolici in politica.
Da una parte l’annuncio di una “federazione popolare dei democratici cristiani” e dall’altra l’annuncio di un Manifesto “per la costruzione di un soggetto politico nuovo d’ispirazione cristiana e popolare”.

Si discute poi se sia bene o male costituire un “partito di cattolici” e vi sono ancora coloro che sostengono di poter avere spazio solo nell’ambito di altri partiti. Di fronte a questo dibattito, che, di settimana in settimana, sembra divenire sempre più acceso, mi sento di dover ribadire il convincimento di Alcide De Gasperi: «solo se siamo uniti siamo forti, se siamo forti siamo liberi di agire, se siamo uniti si vince». È con questo pensiero che abbiamo costituito SOLIDARIETÀ – Libertà, Giustizia e Pace (www.solidarieta-italia.eu), quando chi voleva impegnarsi in politica sembrava poter scegliere solo tra centrosinistra e centrodestra. Oggi, noi di SOLIDARIETÀ ripetiamo che i cristiani devono essere tutti uniti se vogliono contare qualcosa nelle istituzioni, dai Comuni alle Regioni, al Parlamento italiano e a quello europeo.

Avevamo costituito SOLIDARIETÀ rivolgendo un Nuovo appello ai Liberi e Forti (Milano – Pergusa-Enna, 21-25 maggio 2003), che il 17 marzo 2007, a Cracovia, al termine del primo convegno europeo di SOLIDARIETÀ abbiamo rilanciato con l’ Appello agli europei coraggiosi e di buona volontà. (https://www.solidarietaitalia.eu/documenti/Appello_agli_europei_coraggiosi.pdf)

Da allora SOLIDARIETÀ, ha faticato a crescere, ma è presente nella rete con un sito che consente agli associati, nell’area a loro riservata, di discutere e votare. È iscritta nel Registro nazionale dei partiti politici dal 17 ottobre 2014.
Per chi lo desidera, ecco qui di seguito l’Appello agli europei coraggiosi e di buona volontà .
Oggi 17 marzo 2007, noi sottoscritti cittadini dell’Europa, convenuti a Cracovia da Austria, Croazia, Francia, Gran Bretagna e Irlanda, Italia, Polonia, Romania e Ungheria, a partire dalle radici cristiane dell’Europa e dall’Appello ai Liberi e Forti rivolto agli italiani da don Luigi Sturzo nel 1919, rivolgiamo a tutte le persone di buona volontà il seguente appello, per promuovere i diritti di ogni persona, soprattutto dei più deboli e sofferenti, verso una Civiltà dell’Amore e della Vita.

Consapevoli che sul riconoscimento a ogni essere umano del diritto alla vita sin dal concepimento fino al suo termine naturale si fonda l’umana convivenza e la stessa comunità politica e che non ci sarà mai pace sino a quando tale diritto non sarà pienamente riconosciuto, invitiamo i cittadini europei a propugnare con coraggio nella loro interezza, senza pregiudizi né preconcetti, gli ideali di libertà, giustizia e pace, nel rispetto della condizione essenziale per raggiungere tali obiettivi: la riaffermazione, senza ambiguità, nelle convenzioni internazionali e nelle legislazioni nazionali del Diritto alla vita di ogni essere umano sin dal concepimento e in tutto l’arco del suo sviluppo sino al naturale tramonto.

Chiediamo altresì che i rappresentanti europei presso le Nazioni Unite promuovano, con la Civiltà dell’Amore, la vita umana in ogni stadio del suo sviluppo e in tutti i Paesi, sia ricchi sia poveri, se davvero vogliono la pace. Solo così, infatti, potranno essere rafforzate le basi di una pace giusta e durevole. Alle Nazioni Unite, in particolare, chiediamo di vigilare affinché i Paesi ricchi non chiudano l’accesso allo sviluppo dei Paesi poveri, condizionando gli aiuti ad assurde politiche antinataliste con l’attuazione di campagne per diffondere anche la sterilizzazione e l’aborto procurato.

Rigettiamo perciò i rapporti tra gli Stati basati sul dominio economico o militare; perciò domandiamo che le Nazioni Unite riconoscano tutte le giuste aspirazioni nazionali, affrettino l’avvento del disarmo universale, garantiscano la libertà dei mari, propugnino nei rapporti internazionali legislazioni sociali con il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani a partire da quello alla nascita, l’uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione, abbiano la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffattrici dei forti.

Ai partiti politici di ogni Paese chiediamo di contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno a promuovere e tutelare, sin dal concepimento, la vita di ogni essere umano e ad allontanare così ogni pericolo di terrorismo e di nuove guerre, a dare un assetto stabile a tutte le nazioni con un’adeguata distribuzione delle risorse ed uno sviluppo sostenibile, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali del lavoro.

Ai rappresentanti degli Stati membri dell’Unione Europea, in particolare, chiediamo di preparare una Costituzione europea che riconosca pienamente, come centrale e fondamentale, il Diritto alla vita sin dal concepimento di ogni essere umano e di non finanziare pertanto quelle organizzazioni, anche non governative, che invece dovessero essere impegnate a incoraggiare e programmare vere e proprie campagne per diffondere, in particolare nei Paesi poveri, la pianificazione familiare anche con la sterilizzazione e l’aborto procurato. Chiediamo ovviamente che la Costituzione europea riconosca le radici cristiane e la loro vitalità per il futuro dell’Europa.
Al migliore avvenire dell’Unione Europea dedichiamo ogni nostra attività con fervore d’entusiasmi e con fermezza di illuminati propositi.

Sul piano costituzionale, per il bene comune dell’Europa, vogliamo Stati veramente popolari, che riconoscano i limiti della loro attività, rispettando e promuovendo i nuclei e gli organismi naturali, come la famiglia fondata sul matrimonio, la personalità individuale e le iniziative private, secondo il principio di sussidiarietà. E perché gli Stati siano la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma degli istituti parlamentari sulla base della rappresentanza proporzionale; vogliamo la semplificazione della legislazione; invochiamo il riconoscimento giuridico dei partiti e dei sindacati, e un’effettiva autonomia delle comunità territoriali locali di ogni Paese.
Ma sarebbero vane queste riforme e senza contenuto, se non insistessimo nel reclamare, come anima della società, l’Amore per la Vita, il vero senso di libertà rispondente alla maturità civile del popolo europeo e al più alto sviluppo delle sue energie: libertà religiosa; libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertà sindacale, senza preferenze e privilegi di parte; libertà comunale e locale.

Questo ideale di libertà non tende a disorganizzare gli Stati, ma è essenzialmente organico nel rinnovamento delle energie e delle attività che debbono trovare al centro la coordinazione, la valorizzazione, la difesa e lo sviluppo progressivo. Energie che debbono comporsi in nuclei vitali, che potranno attingere dall’anima popolare gli elementi di conservazione e di progresso, dando valore all’autorità come forza ed esponente insieme della sovranità popolare e della collaborazione sociale.

Le necessarie ed urgenti riforme nel campo della previdenza e dell’assistenza sociale, nella legislazione del lavoro, nella formazione e tutela della piccola proprietà, della comunicazione sociale, devono tendere alla elevazione sociale delle categorie disagiate; mentre l’incremento delle forze economiche dell’Unione Europea, l’aumento della produzione, la riforma tributaria a favore della famiglia fondata sul matrimonio, la soluzione dell’ormai cronico problema delle regioni meno sviluppate, la riorganizzazione scolastica e la tutela dell’ambiente varranno a far progredire l’Europa in uno sviluppo equilibrato e sostenibile.

Ispirandoci ai principi sopra espressi, ci presentiamo nella vita politica dell’Unione Europea e, in nome di “SOLIDARIETÀ – Libertà, Giustizia e Pace”, richiediamo l’adesione al nostro programma a tutte le persone di buona volontà, senza distinzioni; a quanti sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali ed europei con un sano internazionalismo; a quanti apprezzano e rispettano il Diritto alla vita di ogni essere umano sin dal concepimento e in tutto l’arco del suo sviluppo sino alla morte naturale.