Centro, adesso o mai più.

Attorno al centrocrescerà il dibattito nelle prossime settimane. Un dibattito che non potrà più vedere il filone del cattolicesimo popolare e sociale solo come un osservatore. Adesso serve mettere in campo una iniziativa politica, accompagnata da una regia politica, che contribuisca in modo convincente a ricercare le condizioni per una vera politica di centronel nostro paese.

Dopo il voto amministrativo – di cui ormai sappiamo già quasi tutto – c’è un solo elemento che manca allappello. E che quasi sicuramente dominerà il dibattito politico in vista delle prossime elezioni politiche generali. Si tratta di quello che comunemente viene chiamato centro. Ovvero un partito di centroche declina una autentica e vera politica di centro. Del resto, è ormai evidente a quasi tutti che dopo la stagione populista, giustizialista, manettara e anti politica – che purtroppo è ancora ben presente nelle viscere del nostro paese – interpretata in modo quasi esclusivo dal partito dei 5 stelle, si è aperta una nuova fase nella politica italiana.

Un cantiere, che è appena all’’inizio, che non può non prevedere la costruzione di unofferta politica che spezzi quella radicalizzazione del conflitto che caratterizza attualmente i due poli in competizione. Una radicalizzazione che è figlia della stagione populista e che, purtroppo, ha come unico obiettivo quello di demolire lavversario/nemico da un lato e di delegittimarlo moralmente e politicamente dallaltro. È persin ovvio ricordare che in un contesto del genere qualsiasi cultura della mediazione, ricerca della convergenza, senso di responsabilità istituzionale e disponibilità al dialogo e al confronto sono destinati a saltare come birilli. Non a caso, le migliori stagioni di governo che si ricordano nel nostro paese sono e restano quelle caratterizzate da una politica di centroche sapeva dispiegare un progetto in cui molti si potevano riconoscere al di là delle legittime e scontate differenze politiche e culturali.

Certo, un centroche non può decollare se viene guidato e diretto da capi politici divisivi, inaffidabili ed egocentrici. Tutte le schermaglie a cui assistiamo in questi giorni sono ancora il frutto della vecchia stagione. Ma è indubbio he la domanda di centrocresce nel nostro paese e, con essa, la volontà di ridare prestigio alla politica, avere una classe dirigente competente e qualificata e garantire e praticare concretamente una vera cultura di governo.

Sotto questo versante i due poli in competizione sono ancora destinati a scomporsi e a ricomporsi in vista delle prossime elezioni politiche. Perchè è del tutto evidente che non possono essere, da un lato, la destra sovranista e/o populista di Meloni e Salvini a garantire una vera cultura di governo come, del resto, non è il populismo giustizialista dei 5 stelle o le frange massimaliste della sinistra a dettare le condizioni per una nuova stagione allinsegna del buon governo e della stabilità democratica. In entrambi gli schieramenti è necessaria, semprechè non decolli un sistema elettorale proporzionale che faciliterebbe ovviamente lintero disegno, una presenza centristache avrebbe il compito di moderare il profilo politico dei rispettivi schieramenti e obbligare i compagni di viaggio a ricercare le ragioni dellunità e della ricerca delle convergenza rispetto a quello della radicalizzazione e dello scontro permanente e strutturale.

Ecco perchè attorno al centroil dibattito si moltiplicherà nelle prossime settimane. Un dibattito che, lo ripeto, adesso non potrà più vedere il filone del cattolicesimo popolare e sociale solo come un osservatore disinteressato o, peggio ancora, come una somma di esperienze testimoniali e divertenti ma del tutto inutili ed impotenti. Adesso serve mettere in campo una iniziativa politica, accompagnata da una regia politica, che contribuisca in modo convincente a ricercare le condizioni per una vera politica di centronel nostro paese. Serve allintero paese, alla politica italiana, alle nostre istituzioni democratiche e al governo stesso della nostra comunità. Il tempo della contrapposizione frontale e del populismo volgono al termine . Adesso ci dobbiamo semplicemente essere.