Cesa e l’Italexit di Salvini

Quella di Cesa mi pare una diagnosi errata

A me pare che la dichiarazione di Cesa (che troverete alla fine) si autosmentisca, nel senso che proprio riconoscendo che Salvini vuole “Draghi e l’Italexit”, si svela ciò che è realmente la Lega, la quinta colonna degli interessi tedeschi, che confonde le acque per acchiappare consensi, ma che nei passaggi cruciali anteporrà sempre gli interessi del Lombardo-Veneto a quelli nazionali, in ciò facendosi scavalcare pure dalla piccola Slovenia, che, come osserva oggi Giulio Sapelli, sta abbandonando il blocco tedesco–anseatico.

E poi pensare che l’uscita dall’Euro sia un pallino (posto che ce l’abbiano) di Lega e FdI, semplifica un po’ troppo le cose. Se così fosse, infatti, basterebbe tenere fuori dalla maggioranza questi due partiti, come lo sono, e voilà, nessun pericolo per l’Euro (e forse Gualtieri ci crederebbe pure…).
Invece il pericolo per l’Euro viene dal modo in cui è stato fatto. Lo si può criticare ma occorre riconoscere che è stato realizzato molto bene per gli scopi a cui doveva servire, dimostrando una enorme capacità di resilienza, anche all’emergenza della pandemia, a qualsiasi forma di messa in comune del rischio. Ma proprio questo è il suo tallone d’Achille, l’impossibilità di contemplare l’imprevedibile.

In realtà il collasso dell’Eurozona, che nessuno vuole, è nell’ordine delle cose. L’Italia potrà solo rinviarlo, accettando a breve, prima che le rivolte sociali già esplose al Sud possano dilagare in tutto i Paese, forme di sostegno a condizionalità dilazionata. Ovvero, lanciando un messaggio devastante per i giovani, per le aziende italiane e per gli investitori esteri: “adesso facciamo qualche intervento in extra-deficit, ma intanto prepariamo una finanziaria 2021 lacrime e sangue, per ritornare ad essere ‘virtuosi’ “. Chi volete che scommetta sul futuro del Paese a siffatte condizioni?
D’altra parte mettiamoci nei panni del blocco del Nord: perché mai dovrebbero accettare di mettere a rischio la loro ricchezza proprio nel momento di maggior crisi dell’Eurozona? Anche loro di stanno preparando al peggio, divenendo, se possibile, ancora più intransigenti.

Dunque, quella di Cesa mi pare una diagnosi errata . È la fine dell’Euro che ci perseguita, e che verosimilmente dovremo accettare un giorno in condizioni ancora più svavorevoli di quelle attuali, non viceversa, ovvero che qualche forza politica voglia deliberatamente porre fine all’Euro.

 

CESA (UDC), INSULTARE L’EUROPA NON È UTILE A NESSUNO.
(DIRE) Roma, 27 mar. – “Draghi e’ certamente la persona piu’ autorevole che l’Italia possa mettere in campo. Ma tirarlo per la giacchetta in questa fase rischia di ‘svalutare’ il suo enorme valore aggiunto e cio’ non possiamo permettercelo come Paese. Senza reticenze diciamo con chiarezza che questa non e’ l’Europa solidale per cui abbiamo lottato e in cui crediamo ma in questa fase molto delicata, in cui sono in corso i negoziati fra i leader europei che porteranno o al rilancio del sogno dei padri fondatori o al suo de profundis, evocare Draghi e allo stesso tempo insultare l’Europa non e’ utile a nessuno. L’europeismo di Draghi e’ incompatibile con chi sogna l’Italexit”. Cosi’ il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa. (Com/Anb/ Dire)