Per fasciosi o fascite plantare si intende un insieme di sintomi a prevalenza dolorosa che coinvolge la fascia plantare. Fra le cause che comportano dolore alla base del calcagno è la più diffusa.

I sintomi e i segni clinici che presentano dolore tipico si manifestano nell’episodio che occorre alla mattina quando la persona si alza dal letto e mettendo i piedi a terra sente dolore ai talloni, ma la manifestazione ritorna anche durante il susseguirsi del giorno. Il dolore aumenta se viene sollecitato con attività fisica o altra stimolazione. Solitamente ha una durata di almeno 6 mesi, raramente si arriva ad un anno.

Per una completa guarigione dai sintomi dolorifici sono necessari diversi mesi (dai 6 ai 12). La terapia procede per gradi, dipendentemente dalla gravità:

fase acuta

– farmaci antinfiammatori per OS, tipicamente FANS, come il Diclofenac
– riposo: si consiglia di sospendere gli allenamenti (se di corsa) e passare ad attività complementari che non stressino la fascia (nuoto, cyclette..)
– stretching: intesi ad allungare i muscoli facenti capo al tendine d’Achille, come il gastrocnemio, il soleo, anche e soprattutto la mattina prima di scendere dal letto
– massaggi: tipicamente facendo rotolare una bottiglietta d’acqua gelata sotto il piede al massimo per 10 minuti a piede (ripetendo più volte)

trattamento conservativo:

pur rimanendo importante lo stretching, il riposo ed i massaggi, superata la fase acuta bisogna cercare la guarigione completa:
– tutore notturno: mantiene la fascia estesa durante le ore del sonno, facilitando la guarigione e riducendo i sintomi al mattino
– plantari: prescritti dal medico ortopedico e confezionati su misura da un biomeccanico consentono di riprendere spesso le attività
– ultrasuoni in acqua: fa parte delle terapie fisiche, di dubbia utilità
– terapia ad onde d’urto: nuovo trattamento (prima della chirurgia) ad alto indice di efficienza, in grado di facilitare la guarigione di casi cronici, prima di dover accedere all’operazione
– iniezioni di cortisone: sono indicate in caso di mancato miglioramento sintomatologico, ma tendono ad indebolire la fascia plantare risultando in un aumentato rischio di rottura

trattamento chirurgico:

riservato a casi di solito > 12 mesi
– rimuovere spine calcaneali
– detensionare la fascia tramite incisione chirurgica: attualmente eseguibile anche endoscopicamente

evitare le ricadute

– gradualità: a questo scopo è importante evitare di riprendere le attività sportive all’improvviso, ma sempre per gradi
– biomeccanica: consente di analizzare eventuali difetti di postura alla base del sovraccarico tendineo alla base in prima istanza della patologia stessa
– stretching: va sempre continuato