Ormai Mario Draghi è giunto alla fine della sua corsa, nella direzione prestigiosa della Banca centrale Europea. Infatti ha presieduto in queste ore l’ultima riunione del direttivo Bce. Nella occasione ha ribadito la conferma della scelta politica monetaria, ed ha insistito a che i tassi di interesse si mantengono ai livelli bassi a cui siamo abituati da quando lui stesso ha preso saldo il timone della Banca europea.

Lo ha fatto con la consueta sottolineatura che assegna ai temi importanti, e credo che abbia anche voluto maggiormente responsabilizzare Christine Lagarde, che assumerà  la direzione dell’Istituto dopo di lui. Vale la pena ribadire che senza la politica sui bassi tassi di interesse, noi italiani avremmo dovuto pagare molti più interessi per il nostro esorbitante debito, quando all’asta lo Stato chiede agli investitori di acquistare i nostri titoli per finanziare il deficit.

Ma se abbiamo potuto risparmiare grazie alla politica di Draghi, non vuol dire che i nostri governanti hanno usato il risparmio per alleggerire il debito. Anzi, a mio parere, hanno finanziato le loro politiche elettorali, per finanziare il loro consenso. Fanno la stessa cosa che farebbe un cattivo padre di famiglia che al posto di impiegare parte del suo salario per pagare il mutuo della sua abitazione, sperpera i soldi in bagordi con i suoi amici. Insomma le politiche virtuose volute da Draghi sono state sciupate dalla imprevidenza dei nostri governi, compreso l’attuale governo con le scelte che sta prendendo, per il prossimo documento di politica economica e finanziaria.