Chi può darci clemenza?

Sin dall’inizio ho sempre avuto il sospetto che il Governo attuale fosse il prodotto di una necessità contingente

Un tempo, si leggevano sui testi le cose che oggi invece si verificano. Molti autori, diverse decine di anni fa, andavano dicendo che la società avrebbe trovato via via sempre più difficoltà a mantenere strutture di coesione e che il destino delle varie associazioni avrebbero trovato un declino.

Allora, queste cose si leggevano e mai avrei immaginato che quelle profezie giungessero a compimento. Immaginavo che i partiti, le organizzazioni sindacali, le strutture religiose e altri coefficienti di coesione sociale non venissero mai meno. Oggi, è ben vero che ci sono ancora, ma adesso mi rendo proprio conto che la tendenza è quella dello spegnimento di tutto ciò. Quelle previsioni, particolarmente fredde e indigeste, stanno dando i loro inevitabili cattivi frutti.

Tutta questa premessa, per cercare di capire cosa stia accadendo nel nostro Paese, ma non stento a credere che la cosa si ripeta in tutto l’occidente, a livello politico, nel Governo e nel Parlamento italiano. Sin dall’inizio ho sempre avuto il sospetto che il Governo attuale fosse il prodotto di una necessità contingente: che si fossero messi assieme obbligatoriamente da una superiore necessità. Dopo otto mesi, nemmeno conclusi, quel sospetto dimostra di essere completamente soddisfatto.

La disgregazione sembra spadroneggiare ogni giorno nella mente di tutti i commentatori nazionali. Anche i quotidiani più vicini ai partiti di governo sembrano ormai arresi a questa interpretazione e a questa lettura.

La premessa di cui sopra può gettar luce su questi comportamenti ormai manifesti. Con ciò, non intendo dire che altre parti  come le opposizioni, i sindacati, persino la chiesa, non subiscano lo stesso processo di inevitabile disgregazione e scioglimento delle strutture, denuncio solamente il fatto che la parte più in luce, ossia chi ci Governa, sveli maggiormente questo notevole malessere.

Queste considerazioni sono anche scritte sotto l’effetto di uno stato d’animo sicuramente non sereno. Non intendo, quindi, mettere in rilievo una sola parte del malessere nazionale, l’intento invece è quello di denunciare una frattura che riguarda noi tutti.

Quindi, una amarezza che esprimo e che in qualche modo desidero sia smentita da qualche commento che mi suggerisca di guardare qualcosa che per ora mi è sfuggita. È, pertanto, una invocazione che cerca una sponda positiva che mi auguro sia da qualcuno offerta e che permetta di toglierci e togliermi questo fastidio spirituale che se un tempo era solo tra la penna di alcuni autori, oggi, purtroppo, è disseminata in ogni angolo di questo nostro mondo.