CICLISMO: CI VUOLE PIÙ PISTA. ROMA È LA CITTÀ CHE PUÒ FARE LA DIFFERENZA RICOSTRUENDO IL VELODROMO DELL’EUR.

E’ da troppo tempo che il ciclismo su pista nel nostro paese viene discriminato. Serve porre rimedio a questo degrado sportivo al più presto. Sarebbe bello se Roma raccogliesse la sfida.

C’è un’Italia che pedala e conquista successi in serie. Basti pensare al record dell’ora di Filippo Ganna ed ai 4 ori e 3 argenti conquistati nei Mondiali di ciclismo su pista appena conclusi. Ma “il paradosso, clamoroso, sta nel fatto che pur essendo diventati un Paese di riferimento nel ciclismo su pista non abbiamo un impianto coperto di utilizzo generale”, spiega Silvio Martinello, cinque volte campione del mondo e quattro volte vincitore della Sei giorni di Milano.

Non è possibile che uno sport così nobile debba sempre fare i conti con la carenza di strutture, che nel nostro paese, riguarda tutto ciò che non è il calcio. Abbiamo una nuova generazione di campioni da far crescere e non sappiamo dove farlo. Molti sono i progetti avviati e non conclusi; la federazione lombarda si è già attivata da tempo per recuperare il velodromo di Montichiari (unico al chiuso). Per tale progetto saranno destinati due milioni di euro stanziati dalla regione Lombardia e 4 milioni del PNRR. Un velodromo che nell’idea della federazione dovrà diventerà un’eccellenza, un centro sia di preparazione olimpica che giovanile ma che oggi versa nel degrado e che rimane aperto solo per gli azzurri.

Ma, se anche fosse sistemato in tempi velocissimi, un solo impianto non basterebbe sicuramente. Bisognerà avere più poli dove poter concentrare lo sviluppo di questo sport. E quale città potrebbe essere meglio di Roma, nel centro Italia, per ridare forza alla pista? Anche perché Roma è l’unica capitale senza velodromo. In realtà già esisteva un anello olimpico (disegnato da Cesare Ligini a fine anni ’50 e destinato a ospitare i Giochi del 1960) ma è stato fatto brillare nel 2008. Al suo posto ora troviamo un bel buco.

Non sarebbe male se il Sindaco Gualtieri ripartisse da qui per dare nuova vita alla pista. Sarebbe un segnale importante per i cittadini dell’Eur e per la nazione. La realizzazione potrebbe essere eseguita anche grazie alla delibera votata il 13 ottobre scorso, finalizzata al rafforzamento patrimoniale e finanziario di Eur S.p.a., mediante aumento di capitale sociale pari a 93 milioni di euro. Non si può permettere che anche quest’area subisca la triste fine dello Stadio Flaminio, della Vela di Calatrava a Tor Vergata e delle torri di Cesare Ligini, medesimo architetto progettista del Velodromo, che si stagliano ancora disarmate e fatiscenti davanti al lago dell’Eur.