Colletti vs Maritain. L’umanesimo integrale, secondo una critica di tipo laico-illuminista, non è un umanesimo liberale.

Nel convegno organizzato nel 1992, a quarant’anni dalla pubblicazione in italiano de «L’uomo e lo Stato», dall’Istituto Italiano Jacques Maritain e dall’Istituto Suor Orsola Benincasa, Lucio Colletti formulava questa critica al pensiero del filosofo cattolico francese. Il testo qui riportato è uno stralcio dell’intervento svolto all’epoca, e precisamente la parte finale. Vale la pena tenerne conto in vista dell’imminente e analogo convegno, stavolta a settant’anni dalla pubblicazione del libro, in programma a Roma nei prossimi giorni (18-19 novembre 2021).

Lucio Colletti

Per il liberalismo, i poteri, com’è noto, sono e debbono essere molteplici e diversi. Ammettere la «sovranità» al singolare, renderebbe impossibile sfuggire agli sviluppi che ne trassero due pensatori assolutisti: Hobbes e Rousseau. Mi chiedo, tuttavia, se la negazione del concetto di «sovranità» abbia lo stesso significato in Locke e Maritain. In due parole, il dubbio è che, in Maritain, quella negazione significhi piuttosto il rifiuto a riconoscere il potere dello Stato.

È questo il motivo a cui si riannodano tutte le perplessità che Maritain può suscitare in una persona della mia formazione, la quale, per di più, si trovi a non essere credente. La domanda, che mi pongo, è fino a qual punto sia effettivamente garantito, in Maritain, il pluralismo liberale. 

A prima vista, parrebbe che non ci fossero problemi. Maritain si richiama infatti a una filosofia del diritto naturale; ed è noto a tutti come anche il liberalismo, almeno nelle sue lontane origini in Locke, affondi le sue radici in presupposti analoghi. Tuttavia vi è differenza tra il giusnaturalismo utilitaristico e quello cattolico. In Maritain il diritto di natura discende da un’ontologia dei valori che rimanda, seppure alla lontana, alla metafisica tomista. Mi domando ora fino a che punto tale concezione sia conciliabile con le posizioni -ahimé quanto rare in Italia -del cattolicesimo liberale (che è altra cosa, sia consentito dirlo, dalle idee di molti «cattolici democratici»). 

Il punto del mio dissenso è tutto qui. In Maritain, la filosofia politica è tutta ancorata alla legge naturale. Ma, poiché tale legge è un riflesso di quella divina, così com’è statuita nei testi sacri, ne deriva che per lui possano esservi leggi, le quali, pur deliberate nei modi più democratici, non meritino obbedienza perché non conformi al volere dell’Ente supremo, secondo l’interpretazione della Chiesa. È da questo punto di vista che Maritain non offre garanzie alla libertà dei non credenti. Mi spiego con un esempio. Saremmo tutti con i cattolici a difendere la loro libertà contro uno Stato che volesse imporre loro l’obbligo dell’aborto. Dubito che sia vera la reciproca. Cioè che, in linea col pensiero di Maritain, un cattolico possa riconoscere il diritto di un non credente ad abbracciare la pratica dell’aborto. Ma se, come credo, cosl è, è evidente che all’umanesimo integrale di Maritain verrebbe a mancare il requisito essenziale di essere un umanesimo liberale. 

 

(Tratto da L. Colletti, Il problema del pluralismo in Maritain, in AA.VV., Stato democratico e personalismo, Atti del Convegno Nazionale di Studio per il XL de «L’uomo e lo Stato» di J. Maritain, Napoli, 28/2-1/31992, a cura di Giancarlo Galeazzi, Vita e Pensiero, 1995, pp. 130-131).

Locandina del convegno del 18/19 novembre 2021

https://istituto.maritain.net/IIJM-Brochure_l_uomo_e_lo_Stato_2021.pdf?c519ce&c519ce