In base al rapporto di collaborazione tra le due testate, Il Domani d’Italia e Orbisphera, pubblichiamo il testo integrale dell’editoriale di Antonio Gaspari, direttore di Orbisphera.

Il 14 dicembre il Collegio elettorale ha confermato ufficialmente la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali americane che si sono svolte a novembre.

In un incontro con i volontari della campagna elettorale, il Presidente Biden ha ribadito il suo programma finalizzato a riportare l’America ad essere un Paese dove libertà, accoglienza, speranza e prosperità siano garantite a tutti.

Biden ha ringraziato il popolo americano per aver salvato la democrazia, minacciata da politiche divisive e abusi di potere.

Ha sostenuto che le sfide che si dovranno affrontare sono epocali, ma che lui è fiducioso di risolverle grazie al sostegno e all’unità del popolo americano.

Il neo presidente conta di fermare il virus, promuovere la prosperità, garantire la sanità a tutti, superare le discriminazioni razziali, assicurare la giustizia sociale e salvaguardare l’ambiente riducendo l’inquinamento generato dai combustibili fossili. In una parola: curare l’anima dell’America per unire la nazione in un grande progetto comune.

La forza di Biden non sta solo nella sua mitezza, semplicità e chiarezza di intenti, ma poggia anche sulla sua fede semplice.

Nel corso del suo primo discorso subito dopo la conferma del Collegio elettorale, Joe Biden ha richiamato la preghiera per la pace attribuita a San Francesco, citando il passaggio: “Dove è il dubbio, ch’io porti la Fede; dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce”.

Nonostante la precedente amministrazione americana abbia diviso i cattolici, al punto che ancora oggi un certo numero di credenti, negli Usa e nel mondo, mostrano un atteggiamento ostile verso Biden (arrivando a chiedere ai Vescovi di negargli la comunione), il neo presidente ha conquistato la maggioranza del voto cattolico.

Nella storia degli Stati Uniti mai tanti cattolici erano andati a votare e mai avevano, in così gran numero, votato il candidato democratico.

Risulta interessante un raffronto storico. L’unico candidato di fede cattolica a vincere le elezioni americane è stato John Kennedy nel 1960. Quell’anno Kennedy vinse con oltre 34 milioni di consensi superando Richard Nixon con uno scarto di 112.847 voti. Mentre, alle elezioni di novembre 2020, Joe Biden ha raccolto il numero record di oltre 81 milioni di elettori, superando lo sfidante di circa 7 milioni di voti.

Un’indagine conoscitiva effettuata sul voto dei credenti ha rivelato che anche molti cattolici repubblicani hanno votato per Biden.

Dalle testimonianze riportate dalla rivista della Compagnia di Gesù “America”, emerge l’auspicio che i cattolici con visioni politiche e ideologiche diverse possano e debbano unirsi in uno sforzo comune per superare l’indigenza che colpisce una larga fascia dei cittadini americani.

Nonostante l’utilizzo ideologico e strumentale della religione cristiana praticato dalla passata amministrazione, molti cattolici hanno deciso di sostenere Biden per l’atteggiamento mite ed empatico, per la sua difesa dei poveri e degli immigrati, per l’opposizione alla pena di morte, per il suo impegno a superare la pandemia e per la realizzazione di un mondo più giusto e pacifico.

Nell’orientamento del voto cattolico ha avuto un ruolo significativo anche la fedeltà di Biden a Papa Francesco e la sua condivisione del programma pastorale e sociale del Pontefice romano.

La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti sembra ancora divisa, anche se da più parti vengono lanciati appelli all’unità per sostenere le politiche e i programmi del Presidente cattolico, cercando una collaborazione con i credenti delle altre religioni al fine di garantire la pace e il bene comune.

In Italia l’eccezionalità di un Presidente americano di fede cattolica sembra non essere stata ancora del tutto percepita. È singolare che i cristiani che si oppongono a Biden siano, in gran parte, gli stessi che si oppongono a Papa Francesco.

Le ideologie politiche rendono miopi e induriscono i cuori al punto da non comprendere la grande opportunità, per l’Italia e per il mondo, di un Presidente americano cattolico, impegnato a realizzare programmi di giustizia sociale, pace e prosperità a partire dai più bisognosi.