Dopo l’arrivo del coronavirus ci siamo ritrovati, come descritto da molti operatori esperti, in una condizione simile a quella derivata dalla Seconda guerra mondiale.

Nell’ultimo semestre, molte aziende hanno chiuso e gli economisti prevedono che molte altre lo faranno nel 2021.

Anche se alcune piccole aziende, sono emerse più forti dalla pandemia.

Entrambe le esperienze costituiscono la mappa che gli imprenditori dovranno necessariamente seguire per ripensare (o riorientare) il proprio modello di business se vogliono sopravvivere nell’era post-covid.

Ma quali sono i punti cardinali di questa mappa?

Lo scorso gennaio, il World Ecomic Forum ha pubblicato uno studio che rileva che nel prossimo decennio le spedizioni urbane aumenteranno del 78% a causa della penetrazione dell’e-commerce rispetto al commercio tradizionale.

Proprio per questo più che costruire un’azienda forte, la tendenza che definisce la nuova normalità è quella di promuovere un modello di business flessibile (per il capo e i suoi lavoratori) che sappia adattarsi in breve tempo alle nuove esigenze del mercato.

Un modo di lavorare che, sarà essenziale per gestire l’incertezza che è annessa a covid-19.

Ma i cambiamenti arriveranno anche dall’esterno. Sarà necessario un cambio delle filiere. Le restrizioni su alcune frontiere hanno già portato le grandi aziende a cambiare la loro rete di produttori con una più locale. Per Joerg Wuttke, presidente della Camera di commercio dell’Unione europea in Cina, ampliare la scelta dei fornitori, anche se così facendo aumenta i costi e riduce l’efficienza, è una lezione di redditività a lungo termine che migliaia di aziende stanno imparando dal pandemia.

Il problema con la rete dei fornitori risiede però nella logistica. Un settore di cui, nessuno si è preoccupato finché le cose non hanno iniziato ad andare storte .

“In un’epoca in cui a gran parte della popolazione mondiale veniva detto di non avventurarsi oltre la porta di casa, abbiamo assistito a poco più che brevi incidenti nella fornitura di farina, pasta o carta igienica. È stato straordinario, vedere come sono state resilienti le catene di fornitura al dettaglio “, ha scritto l’economista Harford a giugno sul Financial Times. Una tendenza che continuerà nei prossimi anni. Pertanto, avere una società di consegna sicura e affidabile è diventato più che mai essenziale per tutte le imprese, anche per i piccoli negozi di quartiere, che hanno visto in Internet un canale per sopravvivere a questa crisi.

Proprio per questo nell’ultimo semestre, gran parte del pianeta ha seguito un corso intensivo sull’e-commerce e sul telelavoro. I dati del suo successo sono palpabili: le vendite su Internet sono cresciute del 67% nel secondo trimestre del 2020 (secondo l’ultimo report del business manager internazionale Salesforce) e il servizio di videochiamata Zoom è passato, in un solo anno, da 10 milioni di utenti giornalieri a 200 milioni.

Queste cifre indicano quanto sarà importante a breve termine per un’azienda (grande o piccola) avere queste strutture per sopravvivere.

Ma non bisogna credere che avere un web store sia sufficiente. Il mantenimento di un buon livello di vendita richiede un buon sistema logistico per lo stoccaggio delle merci e una società di consegna che consegni il prodotto in modo rapido e senza problemi. D’altra parte, la comunicazione con il cliente (sia per consigliarlo che per risolvere eventuali problemi) deve essere essenziale per garantirne la fedeltà.

Mentre per quanto riguarda le società la realtà del lavoro da casa si è rivelata redditizia: i costi delle infrastrutture sono stati ridotti e il tempo viene meglio gestito.

E così come è sempre successo in tutte le crisi, l’ingegnosità nel creare nuovi modi di vendere o comunicare è diventato un vantaggio. La creatività ha già permesso a molte aziende di ripensare a nuovi modi di produrre con il monitoraggio remoto e l’integrazione di robot, e persino di risolvere la sfiducia dei clienti dovuta alla paura di essere infettati in un’attività fisica. Alcuni ristoranti forniscono all’ingresso dei propri locali informazioni sui propri protocolli di pulizia. Un gesto di rispetto in più per fidelizzare il cliente.

Insomma, per superare la crisi, non servirà solo fantasia e denaro, ma una visone più tecnologica e strategica del cambiamento, ormai, avvenuto.