I pazienti sottoposti a chirurgia dopo aver contratto il coronavirus hanno un rischio notevolmente maggiore di morte postoperatoria. E’ quanto emerge da uno studio internazionale pubblicato sul ‘Lancet’, coordinato dall’Università di Birmingham. I ricercatori hanno scoperto che per i pazienti infettati da Sars-CoV-2, in caso di intervento chirurgico, il tasso di mortalità si avvicina a quello di pazienti gravi Covid ricoverati in terapia intensiva. I ricercatori hanno esaminato i dati relativi a 1.128 pazienti provenienti da 235 ospedali, su un totale di 24 paesi partecipanti, prevalentemente in Europa, ma con il contributo anche di ospedali in Africa, Asia e Nord America.

“Normalmente – spiega Aneel Bhangu, Senior Lecturer in Surgery presso l’Università di Birmingham, co-autore dello studio – ci si aspetterebbe che la mortalità per i pazienti con chirurgia minore o elettiva sia inferiore all’1%, ma il nostro studio suggerisce che nei pazienti Sars-CoV-2 questi tassi di mortalità sono molto più alti in entrambi gli interventi chirurgici minori (16,3%) e chirurgia elettiva (18,9%)”.

Dunque i consigli sono di “alzare la soglia di attenzione negli interventi chirurgici durante la pandemia rispetto alla pratica normale e, se possibile, posticipare le operazioni soprattutto nei pazienti già a rischio, ad esempio per l’età avanzata”.