Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella sua informativa nell’Aula del Senato sulle iniziative del governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19, ha ribadito che: “Stiamo combattendo un nemico invisibile e insidioso che entra nelle nostre case, ci ha imposto di ridefinire le relazioni interpersonali, ci fa sospettare di mani amiche. Questa emergenza è così coinvolgente che arriva a sfidare il nostro paese in tutte le sue componenti, è una sfida sanitaria, economica, sociale. Ci coinvolge tutti, nessuno escluso”.

“Grazie a medici e infermieri, non dimenticheremo” “Voglio rivolgere un sentito ringraziamento agli sforzi straordinari di tanti medici, infermieri e di tutti coloro che in questi giorni difficili rischiano la vita per salvare quella degli altri. Noi non ci dimenticheremo di voi, di queste giornate così difficili, così stressanti”.

Ora “È il momento dell’azione e della responsabilità”  “Bisogna operare concretamente” affinché il ricordo del sacrificio del personale sanitario in lotta contro il coronavirus “non si perda”. “Non dimenticheremo il loro sacrificio”, ha ribadito ricordando la lettera dell’infermiera Michela.

“Tutti potranno giudicare il nostro operato. Ma ora è il momento dell’azione e della responsabilità.

“Il Governo ha agito con la massima determinazione, con assoluta speditezza, approntando, ben prima di qualunque altro Paese, le misure di massima precauzione”.

“Abbiamo limitato la libertà per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale”  “Abbiamo sperimentato – primi in Europa – un percorso normativo volto a contemperare, da una parte, l’esigenza di tutelare al massimo grado il bene primario della salute dei cittadini e, dall’altra, la necessità di assicurare adeguati presìdi democratici”. “Per la prima volta dalla fine del secondo conflitto mondiale, infatti, siamo stati costretti a limitare alcune delle libertà fondamentali garantite dalla Costituzione, in particolare la libertà di circolazione e soggiorno, la libertà di riunione nelle sue varie forme, la libertà di coltivare financo di contenere pratiche religiose”. “I princìpi ai quali ci siamo attenuti nella predisposizione delle misure contenitive del contagio sono stati quelli della massima precauzione, ma, contestualmente, anche della adeguatezza e della proporzionalità dell’intervento rispetto all’obiettivo perseguito. E’ questa la ragione della gradualità delle misure adottate, che sono diventate restrittive via via che la diffusività e la gravità dell’epidemia si sono manifestate con maggiore severità, sempre sulla base delle indicazioni provenienti dal comitato tecnico-scientifico”.

“Poiché il nostro ordinamento, e lo vorrei sottolineare, non conosce – a differenza di altri ordinamenti giuridici – un’esplicita disciplina per lo stato di emergenza, abbiamo dovuto costruire, basandoci pur sempre sulla legislazione vigente, un metodo di azione e di intervento che mai è stato sperimentato prima. Abbiamo ritenuto necessario ricorrere allo strumento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, dopo avere posto il suo fondamento giuridico nell’iniziale decreto legge, il legge n. 6, che ho già menzionato. Abbiamo ravvisato nel DPCM lo strumento giuridico più idoneo, innanzitutto perché agile, flessibile, in grado di adattarsi alla rapida e spesso imprevedibile evoluzione del contagio e alle sue conseguenze; in secondo luogo, perché abbiamo inteso garantire per questa via la più uniforme applicazione delle misure”.

“Per dl aprile intenso confronto con le opposizioni” Nei giorni scorsi “ho incontrato i leader dell’opposizione. Anche ieri alla Camera ho ascoltato delle dichiarazioni di grande apertura al confronto. C’è piena disponibilità al dialogo da parte del governo”.

“Nel lavoro per il decreto marzo abbiamo incontrato i leader dell’opposizioni e nel testo sono state raccolte alcune delle loro indicazioni, e anche ieri alla Camera ho ricevuto ampie aperture al confronto. Ora c’è un nuovo decreto e possiamo riprodurre questa metodologia di lavoro, anzi darò mandato al ministro D’Inca’ di elaborare un percorso di più intenso confronto”,

Il nuovo decreto sarà da “almeno 25 miliardi” ma “consentiteci di lavorare, vorremmo potenziare ancora questo intervento”.

“Con il nuovo intervento normativo che è in corso di elaborazione confidiamo di pervenire ad uno strumento complessivo altrettanto significativo, rispetto a quanto si qui operato. Non sono in condizione di dare cifre esatte, ma sicuramente sarà uno strumento significativo. E interverremo con stanziamenti aggiuntivi di non minore importo, lavorando con tutti ministri per definire bene le misure e l’esatto impatto economico, dei 25 miliardi già stanziati con il primo decreto”, ha detto sottolineando l’intenzione di voler potenziare ancora il prossimo decreto.

“Vogliamo gli European Recovery bond”

“Dobbiamo lanciare un messaggio chiaro: l’Europa è unita e pronta a fare tutto il necessario per difendere le proprie economie il tessuto sociale” e a questo fine “dobbiamo essere disponibili anche a pensare a iniziative innovative e a ripensare vecchi strumenti stravolgendoli”.