L’organizzazione non profit Opération Mer Propre prevede che presto ci potrebbero essere “più mascherine che meduse” in mare. Come riporta il Guardian, la previsione si basa sull’osservazione dell’aumento dell’inquinamento dei mari e delle spiagge in tutto il mondo. Opération Mer Propre, che pattuglia costantemente i litorali francesi compresa la Costa Azzurra, teme che la situazione possa peggiorare dopo l’ordine di due miliardi di mascherine partito dalla Francia.

Durante le operazioni di pattugliamento delle coste del Mediterraneo, i sub hanno trovato quelli che vengono chiamati “rifiuti del Covid”: dozzine di guanti, maschere e bottigliette di disinfettanti per le mani, mescolati a lattine e bicchieri di plastica. La quantità di rifiuti legati al Coronavirus preoccupa gli ambientalisti, che vedono in guanti e mascherine gli elementi di un nuovo tipo di inquinamento che potrebbe presto diventare globale. L’organizzazione spera che, attraverso la metafora “più mascherine che meduse”, l’opinione pubblica venga spinta a scegliere mascherine riutilizzabili. Inoltre, Opération Mer Propre raccomanda di lavarsi più spesso le mani, invece di indossare i guanti monouso, precauzione sconsigliata anche dall’Oms. “Con tutte le alternative a disposizione, la plastica non è la soluzione che ci proteggerà dal Covid. Questo è il nostro messaggio”, spiega l’attivista Joffrey Peltier.