In una nota il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, considerati i dati inerenti ai contagi da Coronavirus, chiede che rientrino urgentemente tutti i docenti di ruolo esiliati- l. 107/2015 – compresi i precari, nelle proprie sedi di residenza; inoltre invita i dirigenti scolastici a non obbligare i docenti, specie se sono fuorisede, a permanere negli edifici scolastici per effettuare la DaD.

Infatti il comitato ricorda che il servizio di DaD si può tranquillamente svolgere in modalità smartworking da casa.

Infatti quanto previsto dalla recente ipotesi di CCNI-DDI pare insufficiente a garantire le necessarie tutele per il personale docente.
In primo luogo,
– pare superficiale la pretesa di voler garantire la frequenza scolastica per alunni disabili e bes, considerando che il rischio epidemiologico -alla data odierna – ha assunto dati sconfortanti,

– specialmente laddove la valutazione di opportunità ed efficacia del ritorno in classe non venga rimessa anche al docente di sostegno, che per legge è colui che partecipa alla definizione delle strategie didattico-metodologiche e che, pertanto, dovrebbe poter esprimere un proprio parere circa l’utilità di una didattica in presenza (talvolta propinata con soluzioni tutt’altro che garantiste del principio dell’integrazione, come ad esempio, quella di affiancare il docente di sostegno ad un alunno in una fredda e vuota aula della scuola, attivando un collegamento in rete con il resto della classe e con il docente curriculare…) o la prosecuzione della modalità online in relazione all’alunno o agli alunni che segue.

– pare insufficiente la negoziazione sindacale in relazione all’orario di servizio settimanale, così come l’introduzione dell’onere del docente di “utilizzare gli strumenti informatici e tecnologici a disposizione”.

– pare incomprensibile, l’introduzione dell’obbligo di assicurare la protezione da malware e attacchi informatici.

– Inesistente ogni riferimento alle indennità da conferire ai docenti che dovrebbero, poi, svolgere le attività in presenza, durante l’epidemia

– Pare, inoltre, non esserci stato nemmeno un mero tentativo da parte dei sindacati di richiedere il riconoscimento di una retribuzione/un’indennità/un bonus aggiuntivo per finanziare gli investimenti in risorse hardware e software.

Orbene, il CNDDU non può non domandarsi cosa sia stato negoziato a favore dei docenti e come non sia stato dedicato alcuna misura ai docenti fuori sede, considerato che il bonus docenti esiste già da oltre 4 anni (e che quindi non si può pretendere di ricondurre la ddi ad un bonus sorto con altre finalità) e che la posizione economica dei docenti è – anche questa volta ed a fronte di nuove e più complesse prestazioni- rimasta invariata.
A tal proposito, il CNDDU presenterà istanza di accesso agli atti per visionare i verbali dell’incontro e verificare cosa realmente abbiano chiesto i sindacati per i loro lavoratori. L’ipotesi di CCNI DDI pare stranamente sbilanciato a favore dell’amministrazione e delle decisioni dirigenziali.

Eppure, i valori riportati in riferimento all’evoluzione del Covid 19 dimostrano quanto quello che abbiamo sostenuto fosse vero: la scuola nel complesso non può costituire un territorio franco rispetto all’epidemia in quanto crocevia di infrastrutture e dinamiche relazionali troppo complesse da controllare.

Ultimamente si susseguono gli appelli per invitare le famiglie a tenere a casa i bambini ed attivare la DaD. Come dichiarato da Luigi Nigri (Vicepresidente Federazione Italiana Medici Pediatri) “…in questo momento il decorso dell’epidemia e il sistema di tracciamento non consentono di avere un’alternativa alla Dad”.