Complessivamente “il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità, con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni – dall’8 al 14 giugno – di 6.03 per 100.000 abitanti”. Lo si legge nell’ultimo aggiornamento del monitoraggio della situazione Covid realizzato da Iss-ministero della Salute.

“Tuttavia, a livello nazionale, si osserva un lieve aumento nel numero di nuovi casi diagnosticati rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, riscontrato sia nel flusso di sorveglianza coordinato dal ministero della Salute e pubblicato sul sito della Protezione civile, sia nel flusso di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità”. Persiste, comunque, “l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali”. </p><p>Rezza: “Focolai sotto controllo”

Il periodo esaminato è successivo alla terza fase di riapertura avvenuta il 3 giugno. “Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero nell’ambito della seconda fase di riapertura (tra il 18 maggio e il 1 giugno 2020)”, precisano gli esperti. “Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero riferirsi a periodi precedenti”.

In alcune realtà regionali, continua ad essere segnalato un numero di nuovi casi elevato. “Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-CoV-2 è ancora rilevante”. In tutta la Penisola sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente, “con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in diverse Regioni e Province autonome”. Sebbene ciò “possa essere in parte da attribuire alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti, questi segnali non devono essere sottovalutati in quanto – sottolinea il report – evidenziano come l’epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa e come la situazione epidemiologica sia estremamente fluida”.