Dai social alle piazze: dopo la sorpresa, quale innovazione?

Le piazze spontanee” non sono più una sorpresa ma non per questo sono meno interessanti: alla luce di un decennio di esperienze

Articolo pubblicato dalla rivista Aggiornamenti Sociali. L’autore è il direttore di “Aggiornamenti Sociali”, rivista mensili dei gesuiti della Comunità di San Fedele (Milano).

Negli ultimi mesi è stata la volta dei Fridays for future e del movimento delle sardine; in precedenza c’erano stati i NO TAV e SI TAV (ad esempio le “madamine” torinesi); prima ancora il movimento arancione; e tanti altri ce ne saranno stati, magari di ampiezza locale o di durata più limitata. Fuori dai nostri confini, in Francia stiamo assistendo alla parabola dei gilet gialli e a quella più lunga degli indignados in Spagna. Ma in fondo non erano molto diversi i sostenitori di Beppe Grillo 10 o 12 anni fa, prima della fondazione del Movimento 5 Stelle e della presentazione di liste alle elezioni.

Pur nella diversità delle rivendicazioni e delle proteste che di volta in volta li mettono in moto, questi movimenti hanno in comune la capacità di riempire le piazze delle nostre città a partire da convocazioni informali diffuse attraverso il passaparola sui social network, spuntando “come funghi” e cogliendo ogni volta di sorpresa i partiti, le istituzioni, i media, i politologi anche più accreditati e ovviamente l’opinione pubblica.

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