Nel difficile periodo che stiamo vivendo occorre che le istituzioni siano in grado di affrontare le sfide con le quali, la pandemia ci fa misurare. I cittadini hanno ancora di più bisogno della vicinanza di istituzioni in grado di dare risposte immediate e di avere progetto a lungo termine.

Per questo è arrivato il momento di superare la fase ibrida degli attuali municipi per arrivare a quella dell’autonomia degli stessi ai quali, l’amministrazione centrale deve assegnare e non concedere, bilanci autonomi con i quali i municipi si responsabilizzano e si trasformano in portatori di istanze reali dei se territori. Allo stato attuale, i, municipi sono relegati in un ibrido che crea frustrazione da parte di chi li amministra e crea rabbia da parte dei cittadini che non vedono risposte anche quelle più minime.

Ad esempio la gestione e dell’Ama deve prevedere una maggiore partecipazione del municipio che può segnalare situazioni di degrado avvilenti in minor tempo rispetto all’attuale situazione. I consiglieri municipali, la giunta e i presidenti rischiano solo di essere la base piramidale sulla quale si crea il primo stadio di consenso per consensi di filiere che gestiscono poteri più alti, inoltre rischiano una deresponsabilizzazione ed una apatia che impedisce anche un ricambio naturale della classe dirigente.

Servono invece poteri nuovi e responsabilità diverse che portino tutti a misurarsi con le proprie idee ed le proprie capacità coinvolgendo anche persone che si sono allontanate dall’impegno politico perché allo stato delle cose anche il livello della classe politica si è livellato verso il basso.

Ricordiamoci che i municipi sono il primo segmento che unisce le istituzioni ai territori ed un loro arricchimento dei poteri e delle capacità porterà ricchezza e benefici anche ai livelli più alti. Se cosi dovessero invece restare le cose tanto vale sarebbe meglio scioglierli con risparmio di risorse e di personale amministrativo e tornare alle vecchie delegazioni con poteri consultivi.