Dopo il Covid, il cambiamento arriverà. Su “Vita” le ricerche dell’Associazione delle Cooperative di Consumatori.

 

Nell’annuale Rapporto dell’Associazione Nazionale Cooperative Consumatori (con Nomisma), le speranze e i timori degli italiani. Una spinta a cambiare se stessi ma anche la società, sempre con un occhio all’emergenza pandemica.

 

Giampaolo Cerri

 

Cambiare non stanca. L’appuntamento coi survey di fine anno dell’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori – ANCC, fra voglia di ripresa, sentimenti di speranza e, ovviamente, con qualche timore, riconduce ancora una volta, per una notevole fetta degli interpellati, alla parola “cambiamento”. Il 19% per cento degli intervistati la indica infatti come la parola dell’anno che verrà, dietro a “speranza”, che compare nel 35% delle risposte, e poco sotto “ripresa”, indicata da 16 interlocutori su 100.

 

Certo, un cambiamento, che risente anche delle incertezze legate all’emergenza, come osservano alla stessa ANCC che, in una nota, parla di italiani “in bilico sul trampolino, pronti al grande salto verso il nuovo futuro a cui la pandemia sembra aver dato inizio, ma allo stesso tempo su quello stesso trampolino ancora trattenuti dalle incognite del momento”.

 

Dalle due ricerche, curate dell’Ufficio studi Coop, condotte in dicembre e quindi già nel pieno delle nuova ondata pandemica, una in collaborazione Nomisma, “2022, Coming Soon – Consumer” su un campione rappresentativo della popolazione italiana e la seconda, “2022, Coming Soon – Manager”, sulla community di esperti del sito italiani.coop, dalle due ricerche, dicevamo, emerge una foto interessante su come gli anni del Covid hanno comunque generato, in molti, la voglia di cambiare, a cominciare da se stessi.

 

Indicando gli obiettivi, le aspirazioni, i desideri per il nuovo anno, i rispondenti evidenziano sempre, anche se a diverso titolo, la necessità di una mossa personale: il cambiare, per esempio, l’attitudine verso il proprio benessere e la propria salute, riconducibile a quel “prendersi cura di sé”, indicato dal 57% degli intervistati; o il mutare rapporto fra la vita professionale e la vita di relazione, citato da 56 su 100, alla voce “cercare un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata”.

 

O, ancora, “rivedere le proprie priorità” che, il 55% associa come passo necessario per il post-Covid; un “dopo” a cui 21 interlocutori su 100 annettono anche la possibilità “di costruirsi una nuova vita”, mentre quasi uno su tre, pari al 29% del campione, “pensa di cambiare lavoro”, praticamente il rimbalzo italiano della Great Resignation, il fenomeno delle dimissioni massive, che ormai sta caratterizzando molti Paesi, Stati Uniti in primis.

 

Certo, tutto appare coniugato al futuro, nella consapevolezza di dover uscire ancora dall’emergenza sanitaria, ma che non si possa restare più quelli di prima, lo si vede anche dall’area dei valori e dell’impegno.

 

Il “cambiamento climatico” registra, per esempio, una percentuale elevatissima di risposte (78%) nella convinzione che “gli Stati di tutto il mondo devono porvi rimedio con la massima urgenza” (82%).

 

Un cambiamento che non è però solo rimesso alle determinazioni dei Paesi e delle organizzazioni sovrannazionali perché, spiega la ricerca di ANCC, “il 97% si dice disposto a cambiare almeno alcune delle proprie abitudini”, mettendoci cioè del proprio. Certo, indicando soluzioni le più diverse, e talvolta mettendo dei paletti a difesa del proprio stile di vita: “Disposti a acquistare lampadine a basso consumo (pensa di farlo l’80% del campione), gli intervistati eviterebbero gli sprechi alimentari (61%), ma solo il 18% rinuncerebbe alla lavastoviglie, il 15% sceglierebbe l’usato e appena il 14% ridurrebbe l’uso della lavatrice”.

 

È forse la medesima voglia di cambiamento di fondo che può spiegare la forte fiducia nella tecnologia e nei suoi sviluppi: “Quasi 9 italiani su 10 si vedono nello spazio entro il 2050”, prosegue ANCC, “e 6 su 10, se potessero, manderebbero già oggi cartoline dalla luna. Entro il 2030 la realtà virtuale farà parte della quotidianità per il 57% degli intervistati, nello stesso periodo per 4 italiani su 10 la carne sintetica sarà consuetudine sulle nostre tavole e sulle nostre strade circoleranno auto a guida autonoma per un intervistato su tre (37%)”.

 

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http://www.vita.it/it/article/2022/01/06/dopo-il-covid-il-cambiamento-arrivera/161495/