Dopo Piazza del Popolo: come presentarsi alle Europee?

Povera di contenuti, la manifestazione del Pd ha comunque segnato un punto a favore dell’opposizione. La quale, dice Renzi, dimostra di avere sette vite come i gatti. D’altronde l’elezione di Ermini a Vice-Presidente del CSM attesta o rivela il grado di sana “resistenza” di alcuni importanti settori dello Stato. Non solo della magistratura. Il problema è convincere gli italiani delle ragioni di questa resistenza, senza farsi illusioni sul repentino cambio di umore di tanti elettori.

Certo è che la manovra della legge di bilancio scuote l’albero della fiducia e, molto presto, di alcune facili speranze degli elettori.

Sì legge sui giornali di stamane che serpeggia nella maggioranza l’idea di andare alle elezioni anticipate. Se dovesse aumentare la pressione sull’Italia, le difficoltà del governo andrebbero scaricate sull’Europa e sui mercati. La tentazione probabilmente è forte, data la precarietà del blocco politico giallo-verde, unito a Roma e diviso in periferia.Tuttavia, l’uscita di sicurezza del ricorso anticipato alle urne è meno agevole di quanto s’immagini. Sarebbe un esito catastrofico di un semestre vissuto pericolosamente, con la plastica rappresentazione del fallimento di una stramba e pericolosa operazione di potere. Non si capisce perché, a quel punto, al fallimento politico dovrebbe seguire la conferma della fiducia da parte dell’elettorato.

In ogni caso, l’opposizione dovrebbe alzare le antenne e prepararsi a ogni possibile scenario. A votare, si vota: comunque, anche senza lo sconquasso di una crisi di governo e di fine traumatica della legislatura, in tarda primavera gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sull’Europa. E sarà un passaggio decisivo, perché insieme alle imminenti elezioni di mid-term in America, quelle in allestimento per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo rappresenteranno l’occasione per arginare e respingere l’andata populista.

Come presentarsi alle europee? Non è necessario organizzare un listone di tutte le oppposizioni. Ciò che conta è l’unità di fondo dei diversi raggruppamenti democratici, ostili alla disgregazione dell’Europa e alla deriva nazional-sovranista. D’altronde il Pd è chiuso nella sua volontà di ripresentarsi con proprio simbolo e programma. Bisogna prenderne atto. Si tratta di verificare, allora, se esistono le condizioni per mettere in campo una lista di ispirazione popolare e democratico cristiana. I vantaggi di questa operazione al momento non sono superiori agli svantaggi. In politica, però, non tutto funziona con i calcoli delle convenienze. Qualcosa può accadere o meglio “deve” accadere.