Il Conte-ter non ha convinto. Il Presidente della Camera (dal 2018) Roberto Fico, che già nel 2018 (23 aprile) aveva ricevuto dal Presidente della Repubblica un mandato esplorativo per verificare la possibilità di maggioranza parlamentare tra il PD e il M5S, al fine di costituire il nuovo governo (con esito positivo, bocciato in seguito dopo l’azione politica di Matteo Renzi), il 29 gennaio 2021 viene nuovamente investito di mandato esplorativo, onde chiarificare la nuova crisi, nel Governo Conte II.

Vista la mancanza di unanime disponibilità per dar vita a una nuova maggioranza con le stesse forze politiche contenute nel governo, Sergio Mattarella ha convocato al quirinale un alto profilo tecnico. Durante la mattinata il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha proposto al professore Mario Draghi di subentrare per formare un nuovo governo.

Draghi si è riservato di accettare l’incarico. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non è una novità, per un alto profilo tecnico legato al settore bancario, di elevarsi a carica politica. In Italia i nomi di Amato, Dini, Carli, Ciampi, Fazio, Prodi e Monti, si sono avvicendati volta per volta alla guida del Paese.

In un’epoca in cui il mercato è finanziario, i finanzieri sono coloro che, più di altri, hanno le carte per giocare al gioco della politica, più degli stessi politici che, sebbene eletti, vengono vieppiù relegati al mondo della demagogia, dell’ideologia, della popolarità, del folklore. Draghi accetta dunque l’incarico “con riserva”. L’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri viene in genere accettato con la “riserva”, ovvero con la possibilità di rifiutarlo nel caso in cui egli fallisse nella formazione del nuovo esecutivo.

Al momento dell’accettazione al Quirinale, Draghi come Presidente incaricato ha dichiarato in conferenza stampa che l’Italia ha a disposizione fondi straordinari per la lotta al Coronavirus. Ha posto l’accento sul Parlamento come espressione della volontà popolare. Ha auspicato il dialogo con i partiti e, soprattutto, l’unità nazionale, in questo momento di grande crisi. Un discorso brevissimo, con alcuni punti stilati probabilmente sul momento. Non ha dimenticato di citare le classi giovanili come punto fermo della riflessione istituzionale. Naturalmente, il tutto dovrà essere affrontato con l’attenzione dovuta all’odierna crisi economica, concludendo, alle 13:30, con: “scioglierò la riserva al termine delle consultazioni”