DUE MANIFESTAZIONI PER LA PACE: NON È STATO UN BUON SEGNALE, SU QUESTO TEMA DOVREBBE PREVALERE L’UNITÀ.

 

Si resta un pointerdetti di fronte a simili divisioni, in quanto aiutano poco a trovare ununità dintenti del Paese per seguire una linea di condotta forte ed unitaria. 

 

Gianfranco Moretton

 

Abbiamo assistito a due manifestazioni distinte. Una piuttosto significativa; l’altra a dimensioni ridotte. La prima a Roma, l’altra a Milano. Distinte. Perché anche su questa vicenda s’intende procedere sfasati. Un bel guaio, se su un tema così delicato e profondo, ci si riduce alla separazione. Perché è pur vero che il senso di ciò che dicevano a Roma non aveva nulla a che fare con il significato di ciò che gridavano a Milano.

 

Se i primi sostenevano la tesi che non si deve in alcun modo spedire armi per alimentare il conflitto, e si doveva invece obbligare a costruire un tavolo di trattative per chiudere la vicenda, i secondi chiedevano invece una pace giusta, inviando ancora armi all’Ucraina.

 

Si resta un po’ interdetti di fronte a simili divisioni, in quanto aiutano poco a trovare un’unità d’intenti del Paese per seguire una linea di condotta forte ed unitaria.

 

A parer mio, il comportamento più sensato sembra essere quello, come più volte ho dichiarato, che segua l’indirizzo di pensiero espresso già diversi mesi fa da papa Bergoglio. Le armi in più hanno sicuramente l’effetto di provocare più morti. Se i grandi del mondo fossero animati dai propositi migliori, dovrebbero riuscire a promuovere un’iniziativa che faccia quanto meno, tacere le armi.

Per adesso, amaramente, constato che Erdogan è il solo a seguire questo obiettivo.

 

Tra un po’, il tema si riprenderà in Parlamento. Le forze politiche dovranno decidere quale atteggiamento tenere. Per quanto si sa, c’è nell’aria, una sofferta confusione sul da farsi.

 

E l’inverno è alle porte.