E’ stato inaugurato alcuni giorni fa dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dal Presidente del Montenegro, Milo Dukanovic, il primo viadotto elettrico tra Italia e Balcani, che consentirà al nostro Paese di rafforzare il proprio ruolo di hub europeo e mediterraneo nella trasmissione elettrica. Un’interconnessione invisibile, poichè sottomarina e interrata (per la parte terrestre), lunga 445 chilometri che collega le stazioni elettriche di Cepagatti (Pescara) e Lastva, nel Comune di Kotor, in Montenegro. In corrente continua, l’infrastruttura entrerà in esercizio il prossimo mese e consentirà ai due Paesi di scambiare elettricità in maniera bidirezionale: inizialmente per una potenza di 600 MW, che diventeranno 1.200 MW quando sarà realizzato anche il secondo cavo, previsto nei prossimi anni. L’importo complessivo del progetto è stimato in circa 1,1 miliardi di euro.

L’opera rappresenta il più lungo collegamento sottomarino in alta tensione mai realizzato da Terna: 423 chilometri di cavo sono posati sotto le acque dell’Adriatico, a una profondità massima di 1.215 metri, a cui si aggiungono 22 chilometri di cavo interrato, 16 in Italia (dall’approdo costiero fino alla stazione di Cepagatti) e 6 chilometri in Montenegro (da Budva alla stazione di Kotor).

Quando si parla di elettrodotti ci si riferisce a infrastrutture precipue per il trasporto di energia elettrica. Opere composte da cavi interrati o sottomarini. La costituzione e le caratteristiche degli elettrodotti cambiano in base alla tensione di esercizio e alla modalità di trasmissione che può essere in corrente continua o alternata. L’insieme di queste infrastrutture costituisce la rete elettrica nazionale  per il trasporto di energia ad alta e altissima tensione (380 kV – 220 kV e 150 kV, 132 kV su grandi distanze) e la distribuzione dell’energia elettrica a media tensione (tra 1 e 30kV), nonchè a bassa tensione (inferiore a 1kV) sul territorio fino agli utenti finali ovvero le fabbriche, i trasporti, gli uffici, le abitazioni.