Si salta di giorno in giorno. Metodo quasi da guerriglia. Da stazione a stazione. Ogni stazione va bersagliata. Lotta senza quartiere. Il dispaccio è stato diramato con prontezza, e tutti gli accoliti sanno le mosse di Napoleone. È come fossimo a Austerlitz di Napoleone del 1805.

Giuseppe Conte e i suoi, crederanno di farcela. Hanno più truppe. Immaginano che Bonaparte si ritirerà e piegherà all’indietro. La carta topografica, sotto gli occhi del Corso, presenta alcuni cerchietti:

il ponte sullo stretto di Messina;

il Mes;

nuovi Ministri;

Recovery Plan.

Durante la notte ha lanciato i suoi missili, gli altri se la ridono; per ora se la ridono. Ma domani 2 dicembre 1805, per i più disattenti martedì prossimo al consiglio dei Ministri, le truppe d’assalto dell’Imperatore sgombreranno il corpo centrale degli Austriaci e dei Russi. Così, in un modo tragico, gli Ussari, i Cosacchi e gli Asburgo, vedranno il crollo delle loro speranze.

Matteo Renzi, porrà il suo vessillo vittorioso sulle macerie del Conte due. In tal modo il famoso condottiero di Rignano riporterà in auge la sua illustrissima capacità politica.

Questa ipotesi politica, ha un che di letterario, lo so. Gioca sul filo di un improbabile parallelismo storico-politico. Ma, voi mi capirete, non potrò sempre rincorrere minuscole, per quanto veritiere, mosse giornalistiche. Di tanto in tanto, infiocchettare con colori sgargianti, il greve e plumbeo periodo che stiamo vivendo, può rendere più divertente la lettura.

Si scommette circa la possibilità di sovrapporre la gigantesca mossa di Renzi, sulla minuscolo operazione Napoleonica.