Non solo emergenza sanitaria e finanziaria. Sono milioni gli italiani che si ritrovano senza lavoro o anche solo a non poter arrivare a fine mese. Non sono pochi coloro che devono scegliere se pagare l’affitto, le bollette, oppure fare la spesa. Per questo motivo le organizzazioni di volontariato e di assistenza ai poveri sono in prima linea. Eppure, la maggior parte di queste associazioni sono religiose, non laiche. Comunità di Sant’Egidio, Cavalieri di Malta, Circolo San Pietro, Caritas Diocesana, sono soltanto alcuni degli enti di ispirazione religiosa che si dedicano ad assistere i senza fissa dimora, gli stranieri indigenti e gli italiani che non ce la fanno più ad andare avanti.

Anche la Mensa Caravita, mensa solidare, in via del Caravita, organizzata da due gruppi, la “Comunità di Vita Cristiana CVX – Lega Missionaria Studenti LMS” e il “Gruppo di professori e studenti” del Liceo Visconti in Piazza del Collegio Romano, è impegnata nel servizio mensa per i bisognosi. Il responsabile del servizio turni, Ottorino Agati, spiega che vi sono due turni con un totale di cento pasti circa per sabato e che sono aumentati gli italiani che richiedono un aiuto alimentare; tra questi, i pensionati che, con una pensione bassa e con l’aumento del costo della vita, chiedono di mangiare nella mensa. La mensa diventa anche un punto d’incontro, non soltanto di somministrazione: un faro contro la solitudine. Nella Capitale aumentano anche nuove tipologie di richiedenti cibo.

Sono aumentati i ragazzi, come ci spiega il dottor Gildas, Tenente dell’Esercito della Salvezza, responsabile del Centro di Roma al quartiere San Lorenzo, “Tra quelli che richiedono un aiuto, anche molti studenti e studentesse universitarie”. Ogni giovedì, a Roma, l’Esercito della Salvezza distribuisce cibo per chi non ha il denaro per fare la spesa, perché, spesso, bisogna scegliere se pagare la luce o la verdura: “Siamo passati da una quarantina di famiglie a quasi duecento persone che richiedono un aiuto alimentare”, conferma l’ufficiale. I negozi, i supermercati, ma anche semplici cittadini più fortunati, consegnano volontariamente il cibo agli enti di carità, che poi li distribuiscono. Speriamo che la ripresa economica permetta a tutti di tornare a sostenersi da soli, perché gli aiuti dello Stato sono stati insufficienti e, ancora una volta, è stata la “solidarietà popolare” a fare la differenza.