Enzo Carra: il caso Uggetti fa germogliare la speranza che la politica stia recuperando il suo ruolo.

In questo colloquio con l’agenzia Adnkronos, che ripubblichiamo per gentile concessione dell’intervistato, emerge un commento sagace alle reazioni – da Di Maio a Salvini – sugli eccessi di Mani pulite. Ora però non bisogna passare, chiarisce Carra, dal tintinnar di manette a una bisboccia garantista.

 

(Redazione)

 

“Di Maio si pente. Salvini si mette alla testa del movimento riformatore della giustizia. Questa è politica. Siamo ancora a una prima prova, ma questo è il ritorno della politica”. Enzo Carra conosce bene quali possono essere le conseguenze del rapporto tra politica e giustizia, a partire da tutto quello che accadde con Mani Pulite. Della vicenda dell’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, Carra riesce a cogliere un aspetto molto particolare, a ragionarci senza amarezze e in termini positivi.

 

“Non conosco Uggetti, ne ho letto sui giornali. Le sue dichiarazioni sono eloquenti. Descrive il suo dolore, il grande problema di aver visto come il suo partito lo abbia abbandonato e abbia fato fatica a riconoscere in questo momento una assoluzione così importante – spiega all’Adnkronos l’ex dirigente della Dc, deputato, le cui foto con gli ‘schiavettoni’ ai polsi ai tempi di Mani pulite ancora oggi fanno scalpore.

 

Ma Uggetti riconosce anche di essere stato un tifoso di Mani pulite, dice di avere avuto conferma dei suoi dubbi ai tempi della vicenda che coinvolse un altro sindaco di Lodi, di essersi posto degli interrogativi. E dice, bisognerà pensare a cosa è successo”. Ma non è un dettaglio, in una storia così complessa come quella dell’ex sindaco di Lodi e con le reazioni che sta provocando in questi giorni? “Uggetti spiega che si vergogna per aver esultato per gli arresti di Mani pulite, per i ceppi, il tintinnar di manette, gli

schiavettoni di cui io so qualcosa – dice ancora Carra. Questo mi pare contenga un qualcosa di più, una persona felice per aver visto finita una parte della sua disgrazia ma che pensa anche ci sia bisogno di rivedere una intera stagione”.

 

Per Carra non è affatto un passaggio secondario: “La vicenda Uggetti attiene al sistema classico della politica, che può sbagliare. Stiamo parlando di un dramma Ma quanti sindaci durante Mani pulite erano criminali? Tutti? Non credo. Ma parliamo dei metodi:

quelli di Mani pulite erano di chi pensava che la politica andava atterrata. Adesso Uggetti stesso richiama Mani pulite. Nella Seconda Repubblica, un periodo sterile, nato dalle ceneri di Tangentopoli, nessuno faceva i conti con Mani pulite perchè quella non era una inchiesta ma un modo di vedere la politica”.

 

Per l’ex dirigente Dc, “se non ci fosse stato un caso classico di inchiesta politica non ci sarebbero state le scuse di Di Maio. Se le mettiamo insieme a quello che oggi dice Salvini, erede del cappio e di Bossi che al mio processo venne a dare coraggio a Di Pietro, allora vuol dire che di fronte alla politica si riesce a combinare qualcosa e a ragionare. Siamo ai primi segnali, ma si comincia a rivedere qualche segno di vita”.

 

Ma dov’è il passo in avanti nel fatto di parlare, dopo 30 anni, ancora degli squilibri del rapporto politica-giustizia? “Oggi ci sono le condizioni per ripensare agli errori del passato, questo è un fatto positivo. Basta che non si esageri e che da un enorme squilibrio giustizialista non si passi a una bisboccia garantista. Se non andavano bene il cappio e gli arresti facili, non andrebbe bene

nemmeno trovarci tra qualche anno ad ammettere di aver sbagliato in senso opposto. Cerchiamo un equilibrio per la ricostruzione di un sistema democratico che per essere tale ha bisogno dei partiti”.