Esercizi spirituali all’insegna di Mario Luzi e Giorgio La Pira

Per predicare gli Esercizi Spirituali della Quaresima alla Curia, Papa Francesco ha chiamato don Bernardo Francesco Maria Gianni, abate di San Miniato al Monte a Firenze. 

Articolo già apparso sulle pagine di http://www.frammentidipace.it  a firma di Antonio Gaspari
Per predicare gli Esercizi Spirituali della Quaresima alla Curia, Papa Francesco ha chiamato don Bernardo Francesco Maria Gianni, abate di San Miniato al Monte a Firenze.
In una intervista pubblicata su “L’Osservatore Romano” del 9-10 marzo, il benedettino don Bernardo ha raccontato di aver accolto la decisione del Pontefice “con immensa trepidazione, una buona dose di incredulità e con grande gratitudine al Signore e al Papa. Mi ha colto un profondissimo senso di inadeguatezza che Francesco ha apprezzato, quando mi ha chiamato. Mi sono reso disponibile alla sua offerta, perché mi sono sentito chiamato, ma ho fatto presente di sentirmi molto inadeguato. E il Papa mi ha risposto che questa è un’ottima premessa per far bene gli Esercizi”.
Alla domanda sul perché la scelta di ispirarsi a Mario Luzi per gli Esercizi Spirituali, don Bernardo ha spiegato di averlo scelto “perché con la poesia esprimeva molto bene il tema sul quale potevo mettere a disposizione al meglio la mia anima e la competenza della mia vita monastica, cioè lo sguardo sulla città che la basilica di San Miniato al Monte permette. È assimilabile allo sguardo con cui Gesù guarda Gerusalemme. Non a caso sulla facciata della basilica c’è il volto di Cristo che benedice tutta Firenze. Siamo convinti che da mille anni la nostra presenza benedettina serva a rendere quello sguardo vivo riconoscibile, percepibile, desiderabile. La poesia di Luzi ha il grande pregio di aver interpretato tutto questo, parlando di memoria, di speranza, di fuoco degli antichi santi. Certamente, c’è il rischio che il fuoco si attenui nel tempo, ma con la forza dello spirito si può riattizzare”.
È a questo punto che subentra il riferimento a Giorgio La Pira. Secondo l’Abate, “questo è il senso dell’immagine degli ardenti desideri: cercare di dare continuità al grande sogno di La Pira. Che era il sogno con cui immaginava Firenze una nuova Gerusalemme, una città piena di bellezze teologali, capace di attirare tutte le nazioni per un progetto di pace e di giustizia”.
Una delle prime meditazioni è intitolata “Il sogno di La Pira” e don Bernardo ha precisato: “Si comprende bene come il riferimento alla città non è politico, sociologico, cioè meramente civile, ma teologale, biblico, spirituale. Bisogna cercare di testimoniare, interpretare dal punto di vista mistico come quello di La Pira. Nelle meditazioni vi aggiungo anche quei numeri di ‘Evangelii gaudium’ in cui il Papa invita a cercare Dio nella città. Questa è una prospettiva che per noi è estremamente eloquente e significativa, perché da San Miniato contempliamo la città e dalla città siamo invitati a cercare il suo mistero, la sua vocazione”.
Ma chi è don Bernardo?
L’Abate di San Miniato ha raccontato di aver passato gli anni liceali e universitari lontano dalla Chiesa. “Poi, nella notte di Natale del 1992, ho avuto la grazia di una vera e propria conversione e vocazione nella chiesa delle benedettine di Rosano. Essa resta per me come il santuario del mio incontro con il Signore. Proprio lì sono stato fortemente invitato dalla bellezza, dalla profondità e dall’intensità della liturgia del mistero del Natale, a entrare in una dimensione tutta per me: essere desiderato e cercato da un Dio che ti conquista con la sua piccolezza, con la sua infanzia, che in qualche modo si arrende alla sua forza per venirti incontro, sperando che a tua volta anche tu ti arrendi alla sua potenza di amore”.
“Quella celebrazione ha cambiato radicalmente la mia vita – ha continuato – tanto da farmi immediatamente pensare alla possibilità di diventare monaco, cioè di dedicare tutta la vita a cercare quelle orme, quelle tracce del Signore che quella notte ho trovato: finalmente le avevo ritrovate sul mio cammino”.