Fatti di Minsk gravissimi. Chiediamo una immediata inchiesta internazionale e la liberazione degli arrestati.

 

Discorso del Presidente del Parlamento europeo al Consiglio Ue del 24 maggio 2021. Testo integrale.

 

Signore e signori,

 

A più di un anno dall’inizio della pandemia di COVID-19 ci troviamo in un contesto che ci propone sfide senza precedenti. La campagna vaccinale avanza, i meccanismi di ripresa si sono messi in moto, ma nuove minacce alla nostra sicurezza impongono una forte voce europea. I fatti della Bielorussia, con l’ipotesi di un dirottamento di Stato di un aereo civile per arrestare oppositori del regime, ci impongono un salto di qualità e tempestività della nostra risposta.  Su questo torneremo dopo, ma vorrei cogliere l’occasione per un’osservazione preliminare sul funzionamento delle nostre istituzioni.

 

Cambiamento climatico

 

Oggi siete chiamati a discutere di misure importanti che riguardano gli impegni presi dall’Unione europea nel quadro dell’accordo di Parigi sul clima. I nostri cittadini si aspettano giustamente che vengano rispettate quelle promesse e il Parlamento lo sta facendo lavorando sulle proposte legislative.

 

Più precisamente, come sapete, stiamo negoziando insieme al Consiglio proprio la Legge sul Clima. La questione dell’obiettivo climatico per il 2030 e quella dell’applicazione del principio di neutralità climatica sono state oggetto di discussioni complesse.  Ora siamo pervenuti a un accordo, il che è di per sé una buona notizia anche se vi è ancora molto lavoro da fare.

 

Vorrei rispettosamente osservare che, secondo i Trattati, le conclusioni del Consiglio europeo sono accordi politici tra i capi di Stato e di governo. Il Parlamento non può essere chiamato solo ad apporre il suo timbro d’approvazione a fatti compiuti. Il ruolo di colegislatore del Parlamento europeo, negli ambiti ad esso attribuiti dai trattati, non deve essere compromesso. Invece assistiamo a tentativi in tal senso con riguardo a vari settori e materie, come appunto la Legge sul Clima.  Sono certo che anche in questo caso – come per il QFP – possiamo trovare il modo di lavorare insieme nel rispetto delle rispettive prerogative, per un risultato migliore per l’Unione Europea.

 

Per quanto ci riguarda, il Parlamento si impegna ad arrivare ad un ambizioso pacchetto sul clima e l’energia prima dell’estate, con un sistema rafforzato di scambio di quote di emissioni e target più ambiziosi sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Questo impegno è indissociabile dall’adozione di misure sociali di ampia portata: la transizione verde deve essere giusta e accompagnare i lavoratori e le lavoratrici in questo passaggio, con formazione, protezione e sostegno all’occupazione. A Porto abbiamo dato la nostra parola alle parti sociali e ai cittadini europei e dobbiamo agire per mantenerla.

 

Relazioni esterne / Russia

 

Sulla scena internazionale ora più che mai è necessaria una voce europea forte e comune. La democrazia non è incisa nella pietra. È fragile e se non la proteggiamo può sgretolarsi più velocemente di quanto osiamo immaginare. Assistiamo a un aumento della disinformazione, delle provocazioni dirette agli Stati membri e all’intera UE e alle strumentalizzazioni delle crisi da parte di regimi autoritari per mettere a tacere le voci critiche o limitare le libertà dei media. In questo contesto mutevole, l’UE deve ridefinire e rafforzare il suo ruolo sulla scena mondiale. Un attacco a uno Stato membro è un attacco a tutti. Infatti la sicurezza di uno è la sicurezza di tutti.

 

I fatti di ieri relativi all’atterraggio forzato a Minsk del volo Ryanair da Atene a Vilnius sono di una gravità inaudita. Il regime del presidente Lukashenko ha privato della libertà Roman Protasevich ed un’altra persona che lo accompagnava e ora si trovano detenuti a Minsk. Chiediamo l’immediato rilascio di entrambi senza condizioni e la possibilità per loro di lasciare il Paese. È senz’altro necessaria un’indagine internazionale per verificare se la sicurezza del trasporto aereo e dei passeggeri è stata messa a repentaglio da uno Stato sovrano e se siamo in presenza di una violazione della Convenzione di Chicago.

 

Ma la nostra risposta dev’essere forte, immediata e unitaria. L’Unione europea deve agire senza esitazioni e punire i responsabili. Stasera avete una grande responsabilità per dimostrare che l’Unione non è una tigre di carta. Per quanto riguarda le nostre relazioni con la Russia e la Cina, oppure l’allargamento o le politiche di vicinato, il Parlamento ha sempre affermato che i nostri interessi strategici vanno di pari passo con i nostri valori.

Risulta evidente che le ultime sanzioni della Russia non erano dirette soltanto contro la mia persona e quella della Vice Presidente Jourova ma anche contro le nostre rispettive istituzioni. Anziché intimidirci, questo ci incoraggia a non fermarci. La Russia rilasci Alexei Navalny.

 

NGEU / Risorse proprie

 

L’anno scorso ha dimostrato di cosa siamo capaci quando restiamo uniti. Abbiamo adottato un importante strumento per la ripresa.  Per la prima volta nella storia dell’Unione europea, cospicue risorse di bilancio finanziate da un prestito comune sono destinate agli Stati membri dell’UE. Vale la pena ricordare che stiamo parlando di un totale di 390 miliardi di euro in sovvenzioni per tre anni.

 

Adesso dobbiamo concentrarci sull’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, che sarà decisivo nel sostenere la ripresa in Europa dopo il COVID-19. Esso offre opportunità uniche per migliorare il potenziale di crescita delle economie europee, promuovendo al contempo gli obiettivi dell’UE di migliorare l’equità economica e di ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici.

L’adozione della decisione sulle risorse proprie è necessaria per dare impulso alla nostra ripresa. Contiamo sui parlamenti e i governi nazionali per portare a termine quanto prima i processi di ratifica.

 

Certificato europeo COVID-19

 

Ci avviciniamo alla seconda estate dall’inizio della pandemia di COVID-19 e le persone desiderano una ben meritata pausa. Sfortunatamente il virus non va in vacanza. Per questo, i nostri cittadini guardano a noi per una soluzione che garantisca la protezione della loro salute ma anche la ripresa di una mobilità e di una vita normale.

 

Stiamo particolarmente soddisfatti per il lavoro svolto insieme al Consiglio sul Certificato Covid-19 per evitare un mosaico di soluzioni nazionali che avrebbe effetti dannosi per i cittadini, per il turismo e per la ripresa economica. Salutiamo il risultato del trilogo che ha portato ad un accordo provvisorio giovedì scorso.

 

Per il Parlamento, il certificato non può essere una condizione ostativa per la libera circolazione. Abbiamo inoltre indicato chiaramente che nessuno deve essere discriminato per le sue condizioni di salute o le scelte sanitarie e vogliamo che soltanto i dati necessari vi siano inclusi.

 

La vera svolta sarà rappresentata dalla rapidità della campagna vaccinale nell’Unione europea. Inoltre, data la situazione sanitaria attuale in molti paesi del mondo, è fondamentale pensare e agire al di là delle nostre frontiere. Per questo, come ho detto al Forum globale per la salute del G20, occorre che tutti seguano l’esempio dell’Unione europea esportando i vaccini e donando le dosi in sovrannumero ai Paesi a basso e medio reddito.

 

Ma non basta. Occorre impegnarsi per potenziare la produzione in questi Paesi e, nel medio periodo, consentire la condivisione obbligatoria delle licenze per questo fine – utilizzando le flessibilità già consentite all’interno degli accordi TRIPs in sede di OMC.

 

Saluto la proposta complessiva di azione della Commissione in seno all’OMC, una proposta coraggiosa che sosteniamo e che pone l’Unione insieme agli Stati Uniti all’ avanguardia dell’azione globale multilaterale in questa crisi.

 

Crediamo anche che sia giusto esplorare tutte le opzioni che possono consentire la vaccinazione della popolazione mondiale in breve tempo, incluse opzioni di sospensione dei brevetti, se contribuiscono a questo fine.

 

Immigrazione

 

Signore e signori,

 

so che oggi non parlerete di immigrazione, ma credo che l’anno che abbiamo alle spalle – in cui siamo stati insieme capaci di scelte coraggiose e inedite – ci ponga davanti alla responsabilità di fare scelte altrettanto coraggiose.

 

Una grande potenza come l’Unione Europea può presentarsi come attore globale solo se mostra di essere capace di gestire unita un fenomeno strutturale come quello della mobilità umana.

 

Anche in questi giorni assistiamo invece a naufragi di carrette del mare nel Mediterraneo, a persone disperate che arrivano a nuoto sulle coste spagnole, a tante tragedie umane che si consumano nel cammino attraverso i Balcani o sulle alpi italiane e francesi.

Siamo davvero sicuri che questa sia la nostra carta di identità? Che questa assenza di concertazione sia all’altezza della nostra storia?

 

Io credo di no e penso che sia necessario insieme agire su tre versanti.

 

Primo, salvare vite umane. Questo è un obbligo giuridico e morale e non possiamo lasciare questa responsabilità solo alle ONG che svolgono una funzione di supplenza nel Mediterraneo. Dobbiamo tornare a pensare a una grande operazione comune dell’Unione Europea nel Mediterraneo che salvi vite e tolga terreno ai trafficanti. Occorre un meccanismo europeo di ricerca e salvataggio in mare, che utilizzi le competenze di tutti gli attori coinvolti, dagli Stati membri alla società civile alle agenzie europee.

 

Secondo, le persone bisognose di protezione devono poter arrivare nell’Unione Europea in modo sicuro e non rischiando la vita. Abbiamo bisogno di canali umanitari da definire insieme all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati e di un sistema europeo di reinsediamento fondato sulla nostra responsabilità comune. Stiamo parlando di persone che possono dare un contributo importante anche alla ripresa delle nostre società colpite dalla pandemia e dal calo demografico, grazie al loro lavoro e alle loro competenze.

 

E infine, quindi, abbiamo bisogno di una politica europea di accoglienza degli immigrati. Il Parlamento europeo ha adottato proprio la scorsa settimana la sua risoluzione in materia. Definiamo insieme i criteri di un permesso unico di ingresso e di soggiorno e valutiamo a livello nazionale le necessità dei nostri mercati del lavoro, che sono grandi – lo abbiamo visto durante la pandemia quando interi settori economici si sono fermati per l’assenza di lavoratori immigrati. Saremo all’altezza della ripresa se sapremo aprire le porte a una immigrazione regolata e necessaria per il futuro delle nostre società e dei nostri sistemi di protezione sociale.

 

Signore e signori,

 

Non è sufficiente limitarsi a chiedere di essere più vicini ai cittadini negli interventi durante la Giornata dell’Europa. Tale principio deve guidare ogni nostra singola azione ed essere al centro di tutte le nostre discussioni, anche quelle che avranno luogo quest’oggi.