A riprova che l’Italia è un Paese d’incomparabile bellezza, il borgo di Mugnano svela il volto del nostro Medioevo a ridosso del Rinascimento. Attuale frazione di Bomarzo, famosa per i “Mostri”, il piccolo insediamento collinare ha fatto da cornice in questi giorni (19-21 al Corso di Formazione politica organizzato dal Centro studi Aldo Moro. I ragazzi, più di ottanta, sono venuti da tutt’Italia: un’occasione per tuffarsi, prima di riprendere gli studi, nei problemi della vita pubblica.

Chi ha tenuto a battesimo la Scuola è stato Giuseppe Fioroni. Più volte il Ministro della Pubblica Istruzione nel secondo Governo Prodi ha ripetuto che l’urgenza, dal suo punto di vista, sta nel “fare cultura” per dare al cattolicesimo democratico nuova linfa. La tenacia è stata ben ripagata, i ragazzi hanno vissuto giornate molto intense, dato il programma così ricco di protagonisti e suggestioni. A giudizio di molti anche la concentrazione dei partecipanti nel corso dei vari appuntamenti ha rivelato un interesse sincero e appassionato. In un tempo segnato dal distacco dalla politica, Mugnano ha rincuorato gli organizzatori – un grande lavoro, un indiscutibile successo.

Nei dibattiti della tre giorni è risuonato l’interrogativo sulla opportunità della scissione di Renzi. Guerini, Bonafé, Sassoli hanno fatto argine, con le loro argomentazioni, alle pretese di ridurre il Pd al partito di “bandiera rossa”, tale cioè da legittimare la reazione di Renzi in chiave scismatica – il copyright è di Bettini. Si sta dentro, hanno ricordato i tre autorevoli ospiti, con la volontà di arricchire ed estendere la visione plurale del partito. Nessuno nega la preoccupazione di un rimpicciolirsi dell’autentica vocazione riformista del Pd, ma la decisione di rompere può solo produrre un “rimbalzo tecnico” a favore del momento nostalgico dei fautori del posizionamento nel vecchio filone del socialismo italiano ed europeo.

A me piace sottolineare, a conclusione del Corso, che Fioroni fa bene ad insistere sulla necessità di un reale pluralismo nel Pd. Il rischio di un irrigidimento, specie dopo la scissione, è alto. Non ha futuro un partito che disdegna il valore delle sue giovani origini e piega in direzione di un percorso a ritroso, per riannodare i fili della tradizione socialista, dimentico dell’apporto devisivo – non pietrificato ma vivo – del popolarismo e più in generale del cattolicesimo politico. Mugnano è un segno di speranza; non di una speranza, tuttavia, disarmata e irriflessiva. Ai giovani non va tolta, magari per un eccesso di residuo ideologismo, la voglia di costruire cose nuove, certamente con sensibilità e strumenti nuovi.

Vale la pena, dunque, nutrire fiducia nel fatto che la vitalità di una testimonianza generosa, come quella registrata attorno alla iniziativa del Centro Studi Aldo Moro, possa essere raccolta dai vertici del partito. Non mancherà di sicuro l’attenzione di Nicola Zingaretti.