Fonte da Roma sette

La pagella e la documentazione scolastica di Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica italiana, fotografie di Ettore Majorana, dei fratelli e dei cugini, tutti allievi dell’istituto Massimo di Roma, il fazzoletto di Pio X, gli Ultimi Voti e le firme autografe di gesuiti illustri come padre Angelo Secchi, padre Tacchi Venturi, padre Pietro Pirri. Sono solo alcuni dei documenti peculiari raccolti nell’Archivio storico della Provincia Euro-Mediterranea (Italia, Malta, Albania e missione di Romania), inaugurato questa mattina, martedì 25 giugno, in via degli Astalli.

Una ristrutturazione che ha interessato quasi tutta l’intera residenza dei gesuiti a Roma e ha portato alla realizzazione tra l’altro della foresteria al IV piano per gesuiti e laici e del nuovo centro di accoglienza Matteo Ricci affidato al Centro Astalli e inaugurato lo scorso 4 febbraio. «Nella casa dove ha vissuto ed è sepolto Sant’Ignazio di Loyola, dove padre Arrupe volle sorgesse il primo centro di accoglienza del Jesuit Refugee Service e dove ogni giorno si servono pasti e visitano persone in fuga da guerre e povertà, accanto al Collegio Internazionale del Gesù, alla Curia e al governo della Provincia nasce un nuovo luogo, icona della nuova realtà Euro-Mediterranea – ha sottolineato il provinciale padre Gianfranco Matarazzo -. Un altro pezzo di cuore, spazi importanti e professionalmente qualificati, che mi auguro siano luogo vitale per custodire memoria e identità, supportare affari e questioni correnti, ispirare il futuro». A benedire i locali monsignor Renzo Giuliano, parroco di San Marco Evangelista al Campidoglio.

Il patrimonio documentario, in corso di accentramento nei nuovi locali, consta di circa 850 metri lineari tra registri, carteggi, faldoni, con un grande fondo fotografico. «L’Archivio raccoglie la documentazione prodotta dalle 5 Antiche Province: Veneto-Milanese, Torinese, Romana, Napoletana, Sicula e della ex missione di Albania, oggi parte della Provincia, a partire dalla ricostituzione della Compagnia nel 1814 – ha detto Maria Macchi, assistente dell’archivio della Provincia Euro Mediterranea -. Si conservano i fondi prodotti dalle singole province, dagli istituti da esse dipendenti e di singoli gesuiti. Tra gli Istituti quello del Massimiliano Massimo di Roma, del Collegio S. Francesco Saverio di Livorno e dell’ Opera Massaruti».

I documenti permettono di svolgere ricerche non solo sulla Compagnia di Gesù o su un determinato gesuita ma anche sulle città dove la Compagnia operava, potendo osservare e analizzare eventi storici attraverso la vita delle comunità, diffuse su tutto il territorio nazionale e presenti anche in numerose missioni: Brasile, India, Cina, Albania. In forte crescita le richieste di accesso: nel primo anno di apertura 137, nel secondo 200, il terzo anno quasi 400. Nelle tre mostre predisposte per l’occasione, gli scritti di padre Pietro Alagiagian gesuita armeno, imprigionato in Russia fino al 1954, le prediche di padre Giuseppe Massaruti, gli scritti spirituali di padre San Francesco De Geronimo, tra i più antichi databile fine ‘600 primi del ‘700. Ancora i diari del noviziato di Sant’Andrea al Quirinale a Roma fino al 1870 e oggi a Genova, un registro con memorie dei novizi, tra cui quella di padre Angelo Secchi, documento che ha permesso di riscrivere la sua biografia. Ancora diverse le testimonianze sulla prima guerra mondiale raccontata dai gesuiti cappellani al fronte o da Roma stessa dove in molti curavano i feriti, nello stesso Istituto Massimo destinato ad ospedale. I materiali, studiati e archiviati, sono conservati in fascicoli e supporti di condizionamento in carta non acida e consultabili da inventario in corso di preparazione. L’archivio storico ha anche una sua rubrica on line dove, due volte al mese, vengono pubblicati articoli.