Gioco d’azzardo, un volume d’affari pari a 107 miliardi nel 2018

Presentata l’applicazione denominata Smart (Statistica e monitoraggio della raccolta territoriale), che sarà messa a disposizione degli Enti locali

Disoccupati, pensionati, lavoratori e studenti.  Non c’è un unico profilo nel mondo del gioco d’azzardo, una piaga sociale spesso silenziosa che affligge moltissime famiglie. Su questo tema mette l’accento “Lose for life – Perdi per la vita. Come salvare un Paese in overdose da gioco d’azzardo”, un progetto realizzato da Avviso Pubblico, in collaborazione con il mensile Altreconomia e il Master in Analisi prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, dell’Università di Pisa. Un saggio su una dilagante criticità che investe giovani e meno giovani come un fiume in piena, curato dai maggiori esperti del settore, con un focus sulle azioni efficaci in termini di prevenzione. Nel libro vengono presentate anche alcune esperienze messe in campo dai Comuni che hanno affrontato adeguatamente la dimensione problema.

In Italia nel 2018, la raccolta dei giochi pubblici, cioè il numero delle puntate registrate nell’arco dell’intero anno, è stata pari a 106,8 miliardi di euro (in aumento del 5% rispetto al 2017). A dirlo il 6 marzo 2019, il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Benedetto Mineo, sentito in audizione dalla Commissione Finanze della Camera, che ha fornito i primi dati, non consolidati, relativi al gioco d’azzardo legale nel 2018 La spesa, ossia le perdite complessive dei giocatori, che si ottengono sottraendo le vincite dalla suddetta raccolta, si attesterebbe intorno ai 19 miliardi di euro, un dato in linea con l’anno precedente.  Il 55% dell’importo, circa 10.5 miliardi di euro, corrisponde al gettito erariale incassato dallo Stato.

Ogni mese in tutti i territori della Penisola viene perso quasi un miliardo di euro in apparecchi da intrattenimento, la terminologia utilizzata dall’industria dell’azzardo per indicare le slot machine (tecnicamente Awp) e le videolottery. Un business ad alto rischio sociale poiché sono molti i casi crea dipendenza. Di ludopatia si parla quando s’incontra l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o di fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che il reiterarsi dell’azione compulsiva possa portare a gravi conseguenze. Il rischio a cui può incorrere il ludopatico, inoltre, non è solo la perdita incontrollata delle proprie risorse economiche (o di quelle familiari) ma anche la dismissione delle normali attività quotidiane (come lo studio e il lavoro), nonché lo sfilacciamento dei legami affettivi. Nei casi più estremi, la malattia del gioco compulsivo può portare persino al suicidio.

La dipendenza da “gioco” si colloca nel novero dei disturbi mentali ed è caratterizzata dall’incapacità di resistere alla tentazione “persistente, ricorrente e maladattiva” di giocare diverse somme di denaro. Le conseguenze più dirette si manifestano nel deteriorarsi delle attività personali, familiari e lavorative. Un fenomeno trasversale che vede tuttavia il 58,1% dei ragazzi impegnati nella pratica del gioco d’azzardo. E secondo una ricerca curata dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, l’8 % dei giovani dedito ad esso ha, in breve tempo, comportamenti problematici.

Su questo sfondo rilevante può essere il ruolo dei Comuni nel contrasto al gioco d’azzardo patologico, con specifiche ordinanze riferite alla riduzione degli orari di apertura delle sale giochi, sale videolottery e sale scommesse o di funzionamento degli apparecchi installati in bar, tabaccai o altri esercizi commerciali, nonchè la distanza dai luoghi sensibili come scuole, impianti sportivi, stazioni di treni o autobus, ospedali o case di cura. Il comma 569 della Legge di bilancio n. 145 del 30 dicembre 2018 prevede che “al fine di rendere effettive le norme degli  Enti  locali  che disciplinano l’orario di funzionamento degli  apparecchi”, a partire dal primo giorno di luglio 2019, Comuni ed Enti locali potranno rivolgersi all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per verificare l’effettiva applicazione delle ordinanze emanate sulle limitazioni degli orari da gioco relative agli apparecchi da intrattenimento. Una possibilità al momento limitata alla sole videolottery, mentre per quanto concerne le slot machine (AWP) la disposizione è rimandata all’effettiva introduzione delle AWPR, le slot di nuova generazione a controllo remoto, prorogata al 2020.

Nel corso dell’audizione presso la Commissione Finanze della Camera, tenutasi il 6 marzo 2019, il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Mineo, insieme alla responsabile direzione Dogane e Monopoli di Sogei, Carla Ramella, hanno presentato l’applicazione denominata Smart(Statistica e monitoraggio della raccolta territoriale), che sarà messa a disposizione degli Enti locali per controllare il flusso di gioco su rete fisica e la verifica dell’effettiva applicazione delle ordinanze emanate sulle limitazioni degli orari di gioco, relative agli apparecchi da intrattenimento VLT. L’applicazione Smart, attualmente in fase di collaudo, rappresenterà due categorie di informazioni: i volumi di gioco su rete fisica e i punti vendita. I dati relativi ai volumi di gioco ad oggi disponibili si riferiscono all’ultimo triennio (2016-2018) e saranno implementati con cadenza trimestrale, in relazione ai dati dell’anno in corso. I punti vendita saranno invece visualizzabili attraverso una rappresentazione cartografica. A partire dal mese di luglio verrà, infine, resa disponibile un’altra funzionalità, relativa al monitoraggio degli orari di accensione degli apparecchi VLT. I Comuni interessati potranno così inserire i dati delle proprie ordinanze e regolamenti ricevendo una comunicazione sui singoli apparecchi che violino le restrizioni.