Articolo pubblicato sulle pagine Il Ciriaco a firma di Claudio Papa

Democristiani uber alles al Teatro Gesualdo. Il più classico dei “come eravamo” per ricordare la figura di Fiorentino Sullo. Fu proprio l’ex ministro a far crescere una classe dirigente che poi, nel famoso congresso provinciale del 1969, strappò a Sullo la guida del partito, segnando divisione profonda fino al ritorno, dieci anni dopo, di Sullo nello scudocrociato. Protagonisti di quella stagione, e delle successive, tutti presenti al Massimo cittadino: Gianfranco Rotondi, presidente della Fondazione Sullo, Gerardo Bianco che guida il comitato promotore delle celebrazioni. E poi Ciriaco De Mita, Nicola Mancino, Giuseppe Gargani, Ortensio Zecchino e Clemente Mastella. Il partito delle correnti per antonomasia è compatto nel ribadire come una figura come quella di Sullo sarebbe assolutamente necessaria oggi per la politica e per il Mezzogiorno. « Intanto vorrei ringraziare il presidente del consiglio – ha detto Rotondi – ha avuto rispetto e garbo non solo per la figura di Sullo ma anche per la storia della Dc e la cultura del cattolicesimo politico.

Quella stagione non ritornerà, ma si può andar avanti e cambiare la fine». Rispetto alla classe dirigente del Mezzogiorno di oggi, Rotondi non ha dubbi: Sullo è imprevedibile, nessuno può dire cosa avrebbe detto. Magari sarebbe stato grillino. Non ha eredi ne interpreti, solo testimoni. La figura di Sullo è irrepetibile, uno dei grandi non minore di De Gasperi e Dossetti e nella storia della Dc occupa un posto grandissimo». Anche l’ex ministro Ortensio Zecchino sottolinea come «Sullo è stato una persona di grande spessore politico. Uno dei pochi che ha saputo coniugare pensiero ed azione. Va ricordato per la concretezza con cui ha gestito tante situazioni. Ha dato un volto moderno alla Cassa del Mezzogiorno» . Importante anche il contributo di Sullo per Ariano. «Aveva da poco realizzato la legge del dopo terremoto del 1962 di cui Ariano fu epicentro e si candidò come consigliere comunale nel periodo in cui era una roccaforte fascista».

Sullo ma non solo. Fu l’intera classe dirigente della Dc a risollevare le sorti del Mezzogiorno, secondo Giuseppe Gargani. «La Democrazia Cristiana ha segnato la differenza in questa provincia risollevando il destino del Mezzogiorno, ponendo il problema delle zone interne e lo scontro con le zone costiere servivia per poter essere protagonisti della vicenda. Si deve a lui la vittira del nuovo ruolo del Mezzogiorno!. L’ex europarlamentare non dimentica le vicissitudini interne allo scudocrociato.

«La Dc ha avuto la sua evoluzione, lo scontro tra correnti ha portato alla divisione con Fiorentino Sullo e a una diaspora che non ha mai fatto piacere a nessuno. Sullo è stato dimenticato? Si, anche per i suoi errori, la politica non fa sconti a nessuno». Dulcis in fundo Clemente Mastella, sindaco di Benevento. «Sullo diede vitalità affrontando la legge urbanistica cosa che non ebbero tutti il coraggio di fare. Fu un politico concreto. Fece passare l’autostrada da Avellino, anche se secondo quanto stabilito dal criterio romano dell’Appia doveva transitare per Benevento». Un uomo fortemente legato al territorio, quasi un controsenso nell’epoca in cui si tagliano i parlamentari. «Rischiamo – ha detto – di non avere più rappresentanza dei territori, realtà come Avellino e Benevento faranno fatica. E’ assurdo ed irrazionale. Se il problema sono i costi della politica, bastava votare la riforma costituzionale di Renzi e tagliare il Senato, oppure procedere ad un taglio lineare delle spese anche sui dipendenti».