Oggi il Paese ebraico va al voto dopo mesi di negoziati senza soluzione.

Sono in molti a ritenere che anche questa volta, come per le precedenti tre, l’ultima nel settembre scorso, le urne restituiranno un nulla di fatto, cioè l’impossibilità sia per Benjamin Netanyahu, sia per Benny Gantz di arrivare ai 61 seggi necessari per poter formare una coalizione di maggioranza,  e quindi  un Governo.

Una delle ultime tre rilevazioni (della televisione pubblica Kan) danno il conservatore Likud leggermente avanti sul centrista Blu e Bianco come partito di maggioranza relativa: 35 seggi contro 34, mentre per gli altri due sondaggi (dei quotidiani Israel hayom e Maariv) le due formazioni sono in perfetta parità (con 33 e 34 seggi).

Il dato importante tuttavia è che nessuna delle due coalizioni annunciate otterrebbe i 61 seggi necessari per formare un governo: il blocco della destra di Netanyahu oscilla fra i 57 e i 58 deputati, contro i 56 dello schieramento di centrosinistra (con il sostegno dei partiti arabi) di Gantz.

Se i risultati del voto di oggi, quindi, dovessero essere come i precedenti, si aprirà la strada alla quarta elezione che arriverebbe a processo già iniziato per Netanyahu che, dal 17 marzo, dovrà rispondere di corruzione, frode e abuso di potere.